
di Antonella Calcagni
Il totale è lievitato a 11 milioni di euro. A tanto ammonta il debito che il Comune dell’Aquila ha, soprattutto nei confronti dell’Enel, per le utenze del progetto Case.
Un pasticcio che si complica sempre di più alla luce del fatto che il gestore dell’energia, qualche mese fa, ha deciso di cedere una parte del proprio credito a due società di recupero crediti: la Sace e la Hera comm. Neanche a dirlo, tali società hanno subito cominciato a fare il proprio lavoro, bussando alla porta del comune dell’Aquila.
«Alla Sace – ha spiegato l’assessore comunale al Bilancio, Lelio De Santis, dobbiamo versare 3 milioni in rate da 130 mila euro al mese. All’Enel, invece il piano prevede rate da 350 mila euro mensili. Purtroppo però non siamo in grado di onorare il debito e dunque osservare il piano perché purtroppo gli assegnatari non si mettono ancora in regola con i fitti pregressi».
Insomma il debito del comune cresce sempre di più fra interessi passivi e quelli per ritardato pagamento: «Ora saremo costretti a rinegoziare il piano di rientro chiedendo di poter spalmare le rate che sono a 12 mesi fino a 18. Ciò con un ulteriore aggravio di spesa».
Il problema tuttavia si trascina da anni. «Anzi – ha aggiunto De Santis – a Dicembre, abbiamo incassato canoni per 730 mila euro. Si tratta di una somma che supera il 50% del dovuto, pari a 1 milione 600 mila euro, soprattutto se si paragona agli incassi mensili che si riferiscono a periodi precedenti al mio incarico, pari a 60 mila o 70 mila euro».
Secondo De Santis pian piano gli assegnatari del Case stanno acquisendo la consapevolezza della necessità di pagare il canone. «Proprio in questi giorni – ha continuato l’assessore – attraverso il nostro messo comunale stiamo notificando le diffide ai morosi. Si tratta di circa mille assegnatari che non hanno mai pagato il canone. Decorsi 30 giorni, attueremo gli sfratti».
La maggior parte dei ritardatari, circa il 60% è straniera. Alcuni di questi nuclei familiari hanno già lasciato l’appartamento risultando irreperibili, vi sarebbe poi il problema della banca dati che, nonostante le polemiche, non è stata ancora aggiornata puntino. Altri assegnatari che hanno ricevuto al diffida sono caduti dalle nuvole, obiettando di non aver mai ricevuto i bollettini per il pagamento dei canoni di compartecipazione. Sembra un paradosso, ma è proprio così. Gli assegnatari del Case non ricevevano mensilmente il bollettino da pagare, ma dovevano per proprio conto andare alle poste e compilare il modulo, spesso senza avere neanche la certezza della cifra precisa da pagare.
«Fra gli intimati – riferisce ancora De Santis – alcuni hanno chiesto la possibilità di rateizzare le somme dei canoni pregressi che sono risultate ingenti».
Insomma sulla base di queste premesse ottenere il pagamento dei canoni sembra davvero una missione impossibile. I creditori delle utenze intanto bussano alle porte.