Il danno del furto e la beffa dell’illuminazione pubblica

7 febbraio 2014 | 16:46
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Il danno del furto e la beffa dell’illuminazione pubblica

di Gioia Chiostri

Il destino delle aree marginali – quelle costole di città e società che vengono definite con il nome di ‘frazioni’ – pare non importare ai grandi della terra comunale. Sono una sorta di striscia di Gaza che dà voti a chi di diritto, ma non ottiene mai nulla da chi di dovere. Questo è il retroscena che accompagna la storia di Teodora Valente, una signora originaria della frazione, appunto, di Corcumello, che soggiace al Comune di Capistrello, vittima, tempo fa, di un furto avvenuto nella sua abitazione.

Fin qui, niente di diverso dai tanti altri casi di cronaca cittadina ricorrente. Eppure il discrimine c’è e si vede pure. L’abitazione della signora Teodora Valente, situata in via Monte Maiella a Corcumello, è sprovvista di illuminazione pubblica. Nemmeno un lampione a contrassegnare la strada, insomma. Detto altrimenti, buio pesto. E questo dettaglio – assai preoccupante, visto che lungo la strada abitano ben quattro numerose famiglie – secondo la signora Valente, pare che di certo non abbia agito da deterrente per la messa in pratica del furto ai danni della sua proprietà.

Una coincidenza davvero strana. Anche se bisogna dire che non è il primo furto che la signora e la sua famiglia subiscono. Come racconta Teodora: «E’ la terza volta che capita un increscioso evento del genere. Io e la mia famiglia siamo stati vittime di ben tre furti. Ovviamente non sono qui a sottolineare il danno economico, che pure incombe ed è rilevante, ma voglio denunciare l’assoluto stato di abbandono di una zona, quella di via Monte Maiella appunto, che è totalmente priva di un adeguato impianto di illuminazione. Eppure noi la abitiamo, come la abitano altre tre famiglie. Paghiamo regolarmente le tasse, come tutti i cittadini di Capistrello i quali però possono disporre di lampioni davanti alle loro case. E’ il terzo furto che subisco quello accaduto nella notte del 10 gennaio scorso. A questo punto mi sorge spontaneo un interrogativo: come mai gli autori del misfatto hanno preso di mira proprio la mia zona? Dubito che la totale oscurità – che è anche sottolineata dalle foto, scattate il 27 gennaio ad un orario normalissimo, ossia alle 10 di sera – non possa aver favorito il ripetersi di atti criminosi di questo tipo».

La signora ha scritto una lunga lettera indirizzata al sindaco di Capistrello, Antonino Lusi, in data 22 gennaio, per riproporre il problema non soluto e auspicare una qualche svolta nel corso delle cose.

«Questa è la seconda volta che sottopongo la questione all’amministrazione comunale. La prima volta attraverso una lettera protocollata, risalente ad agosto 2012, che segnalava in maniera molto pacifica, la mancanza di illuminazione nella zona da me abitata. Ovviamente non c’era alcun riferimento a nessun furto, dato che in quel periodo, fortunatamente, non ve ne sono stati. Il comune, comunque, ha pensato bene di non fare nulla. La situazione non si è mossa, l’amministrazione non si è mossa, il sindaco, [i]in primis[/i], non si è mosso. Ed ecco che ora mi trovo per l’ennesima volta a rimarcare un disagio del quale, ripeto, non sono solo io vittima. Altre famiglie, con figli giovani, che abitano lungo la strada, hanno più volte lamentato la mancanza di illuminazione pubblica. Per loro direi che è una vera e propria costrizione, visto che la sera, quando rientrano dopo una serata in compagnia di amici, hanno sempre l’intoppo di una visibilità assai limitata. Deve succedere qualche evento più grave per far sì che l’amministrazione del comune di Capistrello prenda atto della cosa?».

La lettera è stata spedita tempo fa, con tutta la rabbia, l’esasperazione, la perplessità che può fare da molla in una situazione incresciosa come questa. Si chiede, in fondo, un adeguamento, punto. Una semplice verifica della condizione di vivibilità e una altrettanto semplice soluzione del fatto, se accertato. Tre furti nella stessa zona cittadina fanno di questa un territorio ad alta pericolosità. Un lembo di terra allarmante per un comune come Capistrello. La signora Valente e suo marito hanno denunciato all’autorità l’ennesimo episodio di violazione della loro [i]privacy[/i] e dell’illegale appropriazione dei loro beni. I carabinieri di Capistrello dirigono le indagini, ma ad oggi nessun miglioramento, nessun chiarimento all’orizzonte.

L’unico raggio di sole in mezzo a tanta ombra è stata la presa di visione della lettera da parte del vicesindaco di Capistrello, Alessandro Croce. «Il 22 gennaio scorso, mi hanno fatto parlare con il vice sindaco Croce perché il sindaco nel pomeriggio non sarebbe venuto. Croce, dopo aver letto la lettera e approvandone il contenuto, mi ha assicurato che l’avrebbe portata alla riunione della giunta che si sarebbe tenuta quel giorno stesso alle ore 15 del pomeriggio. Si è segnato anche il mio numero di cellulare e la mia mail per farmi sapere qualcosa. Sto ancora aspettando». Si spera che al buio effettivo di un quartiere affatto illuminato, non si aggiunga anche il buio della ragione. Il quale, come il sonno, non può generare che mostri.

LA LETTERA

[i]Egregio Sig. Sindaco,

mi rivolgo direttamente a Lei per via di un increscioso caso di cronaca accaduto recentemente nella frazione Corcumello di Capistrello e specificatamente nella zona dove sorge la mia abitazione, in via Monte Maiella. Sono stata vittima di un furto avvenuto nella notte di venerdì 10 gennaio 2014 per la terza volta consecutiva. Senza porre l’attenzione sul danno economico perpetrato nei miei confronti e nei confronti della mia famiglia, le scrivo per testimoniare l’assoluta mancanza di sicurezza che vige nella zona sopra citata.

L’impianto di illuminazione è totalmente assente. Non è nelle mie intenzioni il voler addossare il fatto di cronaca a questo grave disagio, che ormai da anni ostacola la normale vita cittadina della comunità corcumellana, soprattutto vita serale, dato che sono completamente conscia che accadimenti di questo genere succedono all’ordine del giorno. Ma non le nego che è mia credenza che l’oscurità dovuta alla totale assenza di illuminazione abbia in un certo modo favorito il ripetersi di atti criminosi di questo tipo ai danni di suoi onesti concittadini, paganti correntemente le tasse.

Questo problema di illuminazione è stato già sottoposto all’attenzione della Sua amministrazione in data 12 agosto 2012, in forma di lettera protocollata. Ad oggi nulla si è mosso e nulla sembra si muoverà in futuro.

Il disagio non riguarda solo la mia persona, ma anche i cittadini miei vicini di abitazione, che avendo una prole giovane, spesse volte hanno rimarcato la mancanza di luce durante le ore notturne in grado di agevolare la normale vita sociale cittadina. Ciò, a tutti gli effetti, ha reso ostica l’uscita serale della comunità residente nella via sopraddetta. Le chiedo perciò, anzi la invito di nuovo a porre l’attenzione alla problematica in questa missiva evidenziata.

Non le nego che siamo rassegnati dato che ad oggi una soluzione sembra lungi dall’essere trovata dall’amministrazione del Comune di Capistrello. E lei ben sa che la rassegnazione è una condizione ancor peggiore dell’esasperazione, che almeno porta alla nascita di una qualche forma di protesta. Mi trovo a fare quindi l’ennesimo ed ultimo tentativo per sbloccare questa drammatica situazione che non mostra davvero segni di miglioramento. Occorre forse l’accadimento di un caso criminoso ancora più grave per richiamare l’attenzione della sua amministrazione, che possa magari ledere direttamente la vita delle persone lì residenti? Io spero e credo di no.

Lascio in mano sua il caso, il problema e la mia frustrazione. Da cittadina di un paese che nella Marsica ha comunque un peso non irrisorio, confido in una sua presa di posizione e in una sua risposta attinente e sincera.

Convinta della sua coscienza tesa ad ascoltare tutti i problemi della sua comunità, aspetto fiduciosa una risposta, che sono sicura non tarderà ad arrivare.

Con stima e fiducia,

Teodora Valente. [/i]

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