Schianto bus Rugby, il giorno del dolore

9 febbraio 2014 | 10:42
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Schianto bus Rugby, il giorno del dolore

Non ce l’ha fatta il 20enne che era alla guida del pulmino che nel pomeriggio dello scorso 18 gennaio si schiantò contro un albero sull’Altopiano delle Cinquemiglia, nell’aquilano. Nel bus viaggiava la squadra giovanile del Rugby Sulmona, di ritorno da un torneo dimostrativo sulla stazione sciistica di Pizzalto (L’Aquila). Lunedì è stata fissata l’autopsia del giovane e subito dopo la data dei funerali.

Intanto proseguono le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente. Forse un colpo di vento, forse una distrazione. Una tragedia che si somma alla tragedia di Sasà, Salvatore, il rugbista di soli 15 anni che morì sul colpo al momento dell’ impatto.

«Una notizia – ha detto il presidente del Sulmona Rugby, Giovanni Forcucci – che nessuno avrebbe voluto mai commentare, ma la nostra società andrà avanti lo stesso nel nome di Sasà e di Marco».

Il papà di Salvatore, riferisce chi è vicino alla famiglia, si è chiuso in un profondo silenzio. «Una tragedia che si aggiunge alla sua tragedia», dicono. E agli amici ha ripetuto che ha sperato e ha pregato fino all’ultimo che almeno Marco si salvasse. Ma non è successo. Marco si è dovuto arrendere dopo 21 giorni dall’incidente, intorno alle 22,30 di venerdì all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Era originario di Corfinio (L’Aquila). «Un altro angelo che sarà vicono a Sasà», dicono in paese.