
«Le voci che si rincorrono e le notizie di stampa sulla vicenda relativa alla presidenza del Pnalm, rendono doveroso chiarire che non abbiamo mai avuto una visione localistica». A sostenerlo, attraverso una nota, sono i portavoce del Circolo Pd di Pescasseroli.
«Avremmo preferito al contrario – argomentano – che il ministro dell’Ambiente o chi per lui, facesse il possibile per affidare l’ente ad una persona di alto profilo e di riconosciuta esperienza e competenza, capace di rappresentare al meglio il Parco su tutti i tavoli, compresi quelli nazionali e internazionali data la riconosciuta specificità».
«Di fronte alla posizione espressa dal ministro per una discontinuità e di preferenza per una scelta che tenesse conto soprattutto di competenze amministrative maturate nel territorio – prosegue la nota del Pd di Pescasseroli – abbiamo sostenuto che tale opzione non poteva prescindere da un coinvolgimento o almeno da un ascolto del territorio del Pnalm. Ferma restando l’autonomia del ministro, d’intesa con le Regioni, così come stabilito dalla legge quadro sulle Aree Protette (394/1991), sarebbe stato opportuno stabilire dei criteri inoppugnabili nel rispetto dell’esigenza ovvia di trasparenza, trattandosi di una nomina riguardante un ente pubblico. Tema questo molto sentito nel nostro partito, come conferma l’iniziativa dei parlamentari Pd (prima firma Morassut), diretta a modificare il codice civile. Una esigenza che appare sempre più urgente, considerati gli scandali in fatto di nomine che esplodono in continuazione. Soprattutto avremmo preferito che prima di scegliere un nome o dei nomi, si fosse fatta una analisi delle problematiche sul tappeto, stilando un programma e, in base a questo, si fosse individuata la squadra migliore e la persona più adatta a guidarla. Non sono state pertanto mai avanzate candidature ufficiali da parte nostra, considerata anche la blindatura di fatto, da parte del ministro, del nominativo da lui proposto. Abbiamo invece sostenuto con convinzione la richiesta sottoscritta dai sindaci della Comunità del Parco nell’assemblea del 2 agosto 2013 per un incontro con il ministro, richiesta che, giova ricordarlo, non avanzava ne sosteneva candidature. Tale richiesta è stata fatta propria e sostenuta anche dalla segreteria provinciale del nostro partito che, con nota del 18 settembre 2013, invitava il ministro Orlando ad incontrare i sindaci. Il ministro non ha ritenuto di accogliere tali richieste, se non dopo aver deciso nella sua autonomia, secondo criteri e valutazioni che ignoriamo e non solo noi. Non ci pare quindi che in tale valutazione sia stato coinvolto il partito, nè poteva esserlo, trattandosi di questione attinente la sfera istituzionale».
«Tuttavia – aggiungono i portavoce del Pd di Pescasseroli – rimaniamo convinti che una maggiore attenzione e rispetto del territorio da parte sia del ministro che dei presidenti delle Regioni, avrebbe evitato incomprensioni e proteste del tutto giuste. Basti considerare l’esistenza nel territorio del Pnalm di numerose personalità che possono vantare competenze ed esperienze di amministrazione sia di enti locali e sovracomunali, e nello stesso ente Parco.
Un metodo deprecabile, quello seguito dal Ministro, che non può non essere fermamente condannato. L’impegno nostro, d’intesa con la segreteria provinciale, era ed è volto unicamente a favorire le soluzioni più adeguate al prestigio del Parco e alle sue necessità, nel rispetto della storia del territorio del Parco e della sua unità, al fine di rendere meno gravoso il compito arduo del nuovo presidente e del nuovo Consiglio direttivo del Pnalm. Impegno dal quale non desisteremo in accordo e in contatto continuo con gli altri circoli che hanno manifestato, al pari del nostro, la loro non condivisione del metodo seguito per l’individuazione del nuovo Presidente del Pnalm».