
di Fulgo Graziosi
Dopo l’assoluto silenzio del ministro Trigilia – investito da una assurda polemica che, ancora una volta, ha messo a nudo la capacità dialettica dell’amministrazione in carica – e dopo la totale immobilità del presidente del Consiglio Letta, il ministro Saccomanni, più volte chiamato in causa, ha voluto fissare un incontro con il sindaco dell’Aquila in merito ai finanziamenti per la realizzazione delle opere di ricostruzione della città.
L’appuntamento appare quanto mai interessante e, certamente, non può essere disatteso, soprattutto perché da esso potrebbero derivare soluzioni più idonee e razionali per aiutare la città a rialzare la testa e per intraprendere decisamente la via della ripresa sociale ed economica, prima che intervenga qualche altro traumatico collasso capace di far precipitare l’intero territorio in un profondo dimenticatoio.
In questa circostanza, forse, occorrerebbe fare ricorso all’intelligenza e a tutta la diplomazia necessaria per cercare di ottenere il massimo, anche se il momento è assai difficile per il Paese, ponendo nella massima evidenza la cortesia, la gentilezza, la dignità, la volontà e la decisione delle genti d’Abruzzo e, in particolare, degli aquilani.
Non vorremmo suggerire nulla al sindaco e all’amministrazione. Vorremmo solo ricordare di portare all’attenzione del ministro Saccomanni quel famoso vigente “cronoprogramma”, con il quale si intende portare contestualmente avanti sia il finanziamento che la realizzazione delle opere approvate. Non si può e non si deve dimenticare, poi, che il richiamato documento ha fissato dei criteri di erogazione annuale dei finanziamenti e, nello stesso tempo, ha dato una tempistica, sicuramente, per la rendicontazione dei finanziamenti concessi. Quindi, sarebbe opportuno andare all’incontro muniti di tutta la documentazione connessa al cronoprogramma in atto, allo scopo di evitare appunti o perdite di tempo, per fornire l’eventuale documentazione necessaria per dimostrare l’attività svolta.
Non sarebbe sbagliato, a nostro modesto avviso, che il sindaco, o chi per lui, ponesse dentro la cartella anche il programma di sviluppo socio economico del territorio comunale, con un occhio di riguardo anche ai Comuni del cratere, almeno sotto il profilo del coordinamento. Se, poi, con un po’ di acume, volesse indossare le vesti di primo cittadino del Capoluogo di regione, dovrebbe cercare di raccordare il citato documento di programmazione, se esiste, con quello redatto a suo tempo dalla regione, allo scopo di non creare progetti capaci di elidersi solamente perché antitetici.
La nostra non vuole minimamente essere una imposizione. Solamente un modesto suggerimento. Le opportune scelte restano di esclusiva competenza dell’amministrazione, scaturite dalle consultazioni consiliari e dell’esecutivo in sede di esame dei vari progetti da portare a compimento totale, rapportati alle effettive vocazioni, esigenze e aspirazioni dei cittadini aquilani e del cratere sismico.
La data fissata dal ministro Saccomanni costituisce un evento importantissimo e orientato alla massima espressione dell’amore e della pacifica convivenza. Facciamo in modo che il tutto si svolga in base al profumo dei boccioli di rose e sulla rosea luce riflessa dalle stesse irradiata nello studio ministeriale. Evitiamo, nella maniera più assoluta, che il discorso possa subire devianze capaci di farci rivivere i disastrosi effetti della famosa notte di San Valentino statunitense.
A tal proposito, abbiamo voluto farti omaggio di questa breve poesia, che potrai leggere attentamente lungo il viaggio per Roma e, perché no, potrai sottoporre all’attenzione del ministro per cercare di addolcire il discorso e smussare gli angoli, onde ottenere risultati superiori alle aspettative comunali.
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A TUTTI GLI INNAMORATI
Ho corrotto il vento,
per non farti udire il mio lamento.
Ho corrotto le stelle,
per metterti tra le più belle.
Ho soffocato il cuore,
per non palesare il mio dolore.
Mi assalgono i ricordi,
perché il tuo amore io non scordi.
Mi giunge sempre il tuo tepore,
all’alba . . . col sole delle aurore.
Sento ancora il tuo profumo
e con esso soffro e mi consumo.
E’ quasi primavera . . .
ricordo ancora quella sera.
Ci baciammo teneramente
con le labbra e con la mente.
C’era un aere frizzantino,
già . . . era San Valentino.
[i]Fulgo[/i]