
di Valter Marcone
E quando pensi che tutto
quel dolore sia poi passato
una notte all’improvviso
ti svegli ed è come se
al suo pensiero fosse tornato
tutto intero e senza senso.
Sta lì dinanzi alle ore
ormai insonni al limite
del pianto su una terra
attraversata solo
dal ricordo di quella sofferenza
tenuta insieme dai tuoi occhi
di madre ormai non più
donna ma carne sfatta
dalla fatica di vivere
poggiata per sempre
sulla soglia di un sepolcro.
E adesso, adesso, madre
noi non guardiamo più assieme
il dissiparsi del giorno,
il fiorire delle ombre
sui muri della tua stanza
là nella casa dello stretto vicolo
odoroso di sughi al pomodoro
e frittate con il timo.
La voglia di piangere stanotte
che sa di queste cose, di fiori
e di borotalco
è un fremito del cuore
che si rasserena solo nel porto
franco del pensiero di te.
[url”Torna al Network LeStanzeDellaPoesia”]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Valter%20Marcone%20-[/url]