
di Gioia Chiostri
«Nessuna striscia di Gaza, piuttosto, per restare alla metafora, stiamo risollevando il territorio da un pesante dissesto economico come la città di Gerusalemmericostruita dalle macerie; di certo noi non consideriamo la frazione di Corcumello, come nessun’altra zona di Capistrello, una zona isolata e abbandonata». Si parla dell’annosa questione della strada ‘senza illuminazione pubblica’, quel tratto di paese corcumellano, cioè, che fece e fa infuriare non poco i suoi abitanti disperati. La lettera della signora Teodora Valente ha portato a galla un nodo molto stretto a livello di benessere civico, che fino a questo momento non sembra essere stato ancora soluto.
«La strada è senza luce, e la notte soprattutto, potrebbe capitare qualche fatto grave» – disse a suo tempo la signora. Senza contare che i furti più volte perpetrati ai suoi danni hanno soltanto dato fondamento ad una circostanza reale «non più sostenibile».
Dall’amministrazione di Capistrello, una voce speranzosa però è giunta. «Ero a conoscenza di quella lettera e tutto sommato, anche se i toni sono abbastanza polemici, sono attento a quanto dichiarato – così l’assessore del comune di Capistrello, Francesco Piacente – e, infatti, – prosegue – tenuto conto che il problema è ultra decennale, solo ora la signora si rivolge a noi con questa aspettativa, con questa insistenza che tradisce una fiducia concreta nel fatto che solo con l’attuale amministrazione si possa finalmente risolvere».
«Noi, infatti, – continua – nonostante le ristrettezze economiche stiamo affrontando i problemi lasciatici in eredità da decenni, come l‘illuminazione della strada Via Monte Maiella. Noi non siamo i “grandi della terra comunale” che lasciano Corcumello come “una sorta di striscia di Gaza che dà voti a chi di diritto, ma non ottiene mai nulla da chi di dovere”. La voglia di risorgere e di battagliare per il bene del paese sono sotto gli occhi di tutti. Questa è un’altra situazione che cercheremo al più presto di risolvere, perché per noi vale qualsiasi cittadino del paese, tutti hanno lo stesso diritto e lo stesso dovere di pretendere dall’amministrazione che li governa il meglio».
La storia della signora Teodora ha catturato l’attenzione di molti. Un problema che per quanto circoscritto e locale, ha significanza estrema. L’organismo dell’uomo, come può essere quello di un Comune, vive bene se tutte le sue parti vivono bene. La floridezza di un corpo si vede dall’armonia con la quale ‘amministra’ tutti i suoi arti.
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