
Aria pesante, a Montesilvano, dopo la caduta dell’amministrazione per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri. «Oggi – ha commentato a caldo il sindaco Attilio Di Mattia – pago un prezzo alto per aver tentato di difendere gli interessi dei montesilvanesi». In particolare, a ‘tradire’ Di Mattia sarebbero stati 13 consiglieri.
La reazione del sindaco è durissima. «Come? – argomenta – Intanto con l’aver revocato una gara di appalto da 30 milioni di euro, già aggiudicata, tra l’altro, per evitare di salassare i miei concittadini con la tassa sui rifiuti. Conoscete un altro sindaco che abbia fatto lo stesso? Non credo. Poi, con l’aver tentato di andare a rompere l’attuale sistema monopolistico di smaltimento dei rifiuti con il progetto di Arrow Bio che avrebbe creato concorrenza. Conoscete qualche altro sindaco che si è posto il problema della mancanza di concorrenza in tema di smaltimento rifiuti? Poi, con l’aver chiuso le porte dell’urbanistica a speculazioni edilizie di cui questa città è stata vittima per anni. Ma non solo, anche per aver attuato una politica di spending review senza guardare in faccia a nessuno con la volontà di arrivare a votare il bilancio ad aprile con la rivisitazione di tutte le vecchie convenzioni dell’urbanistica approvate negli ultimi dieci anni. Anche qui, senza guardare in faccia a nessuno. Io sono stato scansato da tutti i poteri forti che, invece, prima di me in questa città ci sguazzavano. Il futuro che hanno in mente i cosiddetti cospiratori, che come carbonari si sono riuniti per sfiduciarmi, qual e’? Quello di ricominciare con gli appalti di prima? Quello di riportare gli interessi urbanistici di prima? Quello di gestire le spese e la macchina amministrativa come prima, lasciando un indebitamento che stiamo pagando e che continueranno a pagare anche i nostri figli? Quello di tornare a pensare agli interessi di pochi rispetto al bene di tutti, come prima?»
Di Mattia è un fiume in piena e accusa: «Hanno fatto di tutto per impedire il cambiamento in atto. Personalmente non posso nascondere la profonda delusione per il tradimento della consigliera Comardi e in particolare del presidente del Consiglio, Fabio Petricca. Un amico che mi ha accoltellato alle spalle e che il futuro saprà svelare le reali motivazioni. Lo stesso che alcuni della mia famiglia hanno votato e fatto votare oggi mi sfiducia. Basta questo per capire la delusione profonda per il personaggio che si è rivelato essere».
«Io sono sereno – conclude Di Mattia – perché so di aver seguito l’interesse della città, di aver amministrato con mille difficoltà e pochissimi soldi, di aver fatto scelte impopolari, ma coraggiose. Per questo – annuncia infine l’omai ex sindaco – domani, terrò una conferenza stampa alle 11 nella sala del Consiglio per parlare alla città ed ai cittadini».
Chi sembra avere le idee ben chiare sull’episodio è il senatore di Forza Italia Antonio Razzi.
«Il sindaco di Montesilvano sarebbe stato silurato proprio dal suo fedelissimo», ha detto Razzi commentando la caduta del Consiglio comunale, con il conseguente ritorno alle urne. «Tredici consiglieri di opposizione e uno di maggioranza hanno rassegnato le dimissioni per mettere il sindaco davanti ad un fatto compiuto. Ecco cosa succede – ha aggiunto Razzi – quando l’approssimazione e l’arrembaggio caratterizzano le politiche sul territorio. L’infausta tassa di soggiorno che il sindaco avrebbe voluto incassare per il prossimo mercoledì, non avrà i voti per vedersi approvare il provvedimento. In poche parole, ci troviamo al cospetto di un vero segno di sfiducia, che metterà le istituzioni della cittadina di Montesilvano in uno stato comatoso grave». «I cittadini devono riflettere – ha concluso Razzi – questi sono segni inequivocabili attraverso i quali capire chi non votare la prossima tornata elettorale».
Solidarietà arriva invece dal portavoce di ‘La Grande Pescara‘, Alessio Di Carlo. «La Grande Pescara – spiega Di Carlo – è vicina ad Attilio Di Mattia, la cui unica responsabilità è stata quella di aver tentato di trasformare Montesilvano in una città moderna, efficiente e soprattutto libera dai giochi di potere che da sempre la strangolano. La classe politica montesilvanese non poteva restare immobile dinanzi al rischio che, con il cambiamento messo in moto da Di Mattia, sarebbero venute meno rendite di posizione, strapuntini e prebende di vario genere. Sicuramente, da questo punto di vista, Di Mattia paga la scelta di essersi detto favorevole al progetto della Grande Pescara. Una scelta coraggiosa proprio perché comporta la riduzione delle poltrone da assegnare e il rischio di dover lasciare il posto in Consiglio comunale e magari dover cominciare a lavorare era ed è troppo alto per molti dei politici, non solo montesilvanesi. Di Mattia ha manifestato coraggio, lungimiranza e senso delle istituzioni: tutte doti che i suoi omologhi sindaci di Pescara e Spoltore non hanno dimostrato di possedere».