
di Antonella Calcagni
L’obiettivo è quello di far diventare L’Aquila, con Accord Phoenix, centro pilota per la lavorazione di materie prime secondarie. Ad aprile al via la selezione del personale, che durerà tre mesi e che sarà fatta da formatori provenienti da varie parti d’Europa e dal Canada. In estate lo stabilimento aprirà i battenti.
Il vero finanziatore della Accord Phoenix ha un nome e un cognome: Shankar Ravi, cittadino britannico di origine indiana che si è presentato all’Aquila con Francesco Baldarelli, socio della Accord Phoenix al 9,5%.
I vertici di Accord Phoenix, pronti a sbarcare nell’ex Polo elettronico sono giunti per fare chiarezza dopo la diffusione di notizie in merito al fatto che la maggioranza del pacchetto societario potesse far riferimento ad un trust cipriota. È proprio Shankar Ravi a fare chiarezza sulla questione, spiegando che la Enertill Ltd, che detiene il 76% del pacchetto, è al 100% di proprietà di Shankar Ravi. Il governo di Cipro avrebbe semplicemente una quota nella società di gestione di Enertill Ltd, ma non si tratterebbe di un trust. Lo ha affermato più volte Ravi, sottolineando che notizie di stampa negative in questo momento non farebbero altro che rallentare gli investimenti internazionali.
Tornando al pacchetto societario, il restante 14,5% appartiene invece alla All in One Investmens Ltd. Ravi non è andato oltre, «non chiedetemi quanti soldi ho in banca – dice – non sarebbe giusto». Come dire i soldi sono miei mi assumo il rischio, fatemi lavorare.
«Invitalia ci tiene inchiodati da 16 mesi – ha aggiunto il socio di Accord Phoenix, Francesco Baldarelli – Ubs ha avallato il nostro progetto offrendoci le garanzie bancarie. Non credo siano degli sprovveduti».
La Accord sarebbe il primo impianto in Europa a trattare con tecnologie innovative i materiali derivanti da apparati elettronici esausti come plastica, vetro, metalli nobili e cavi. Per tutti i materiali è già pronto un riutilizzatore finale. Per i trasporti saranno usati i treni, che possono portare molto materiale al posto dei camion. La tecnologia dello stabilimento, che avrà bisogno di un mese di lavori per l’adeguamento, non prevede emissioni chimiche né di alcun tipo.
L’investimento totale previsto per Accord è di circa 35 milioni di euro di cui 12 pubblici da parte di Invitalia relativi ad una sola linea, pronti a raddoppiare quando sarà attivata la seconda linea di produzione nel giro di 12 mesi. Al lavoro andranno prima una settantina di persone che diventeranno 120 a regime, con priorità per gli ex cassintegrati del polo elettronico.