
Una proposta di cure alternative al metodo Stamina da effettuarsi all’ospedale di Pescara è stata presentata ad Andrea, papà di Noemi, la bimba di Guardiagrele (Chieti) affetta da atrofia muscolare spinale, durante l’audizione, oggi, da parte della conferenza dei capigruppo nel Consiglio regionale d’Abruzzo.
Nell’incontro è stata affrontata la [url”questione del metodo Stamina”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=97877&typeb=0&Stamina-Abruzzo-chiama-Vannoni[/url] sul quale la Regione Abruzzo è in prima linea da mesi, al fine di porre le basi per sperimentare la tecnica nell’ambito delle cure compassionevoli.
Il percorso si è interrotto perché uno dei promotori del metodo, Davide Vannoni, nonostante la disponibilità data il 18 dicembre 2013 alla comunità scientifica abruzzese di presentare documenti e protocolli, non ha ancora provveduto. «Abbiamo formulato una proposta alternativa perché la politica si deve preoccupare di come sostenere chi è in difficoltà – ha spiegato il consigliere Emilio Nasuti, presidente della Commissione Bilancio e convinto sostenitore dell’azione di avvicinamento della Regione al metodo Stamina – Ci auguriamo che il centro per le cellule staminali di Pescara, che sta ottenendo tutte le autorizzazioni, possa aiutare genitori come Andrea, sia in termini di risposte, sia in termini di assistenza. Un primo passo è stato fatto con l’approvazione della legge sulla vita indipendente, che comincia a risolvere il problema dell’assistenza. E’ chiaro che dobbiamo fare di più per sollecitare le nostre Asl, perché su patologie gravi e acute come queste si possa formare personale in grado di dare una mano ai familiari».
Secondo quanto si è appreso, Andrea e la famiglia avrebbero reagito con scetticismo alla proposta, soprattutto perché non supportata da informazioni scientifiche.
IL COMMENTO DEL PAPA’ DI NOEMI – «L’alternativa al metodo stamina da attuarsi nell’ospedale di Pescara che mi è stata prospettata nel corso della conferenza dei capigruppo, mi ha fatto rimanere perplesso: sono aperto al dialogo ma mi vengono seri dubbi nel momento in cui mi si propone un’alternativa senza che medici ed esperti mi spieghino scientificamente il tipo di cure ed i suoi effetti». Così Andrea, il papà di Noemi.
La bambina, dopo il pronunciamento del tribunale dell’Aquila, attende la chiamata dall’ospedale di Brescia per ricevere le infusioni previste dal metodo Stamina.
«Mi viene prospettato un trattamento che non è mai stato testato su bimbi affetti da Sma 1 – continua il genitore – La mia perplessità da papà, anche con un velo di gelo, è che nessuno si rende conto che i tempi di Noemi sono stretti, e mi si dà un’alternativa mai testata, c’è la seria possibilità che si riveli inefficace per mia figlia quando invece c’è una cura, Stamina, i cui benefici apportati a bambini effetti da Sma 1 sono stati certificati da medici esterni al metodo stesso».
Per il papà di Noemi c’è il rischio di «restare diversi mesi, decisivi, a fare queste infusioni senza miglioramenti e invece dall’altra parte c’è un trattamento efficace che può fermare il decorso della malattia e aumentare la qualità della vita».
«Un papà deve puntare al massimo – conclude Andrea – ed ora Stamina rappresenta l’unica terapia efficace».