
di Antonella Calcagni
A caccia del secondo Leone perduto nello scavo di Porta Barete che ora restituisce un pezzo delle antiche mura originali della città, come gli aquilani non le hanno mai viste.
Il cantiere archeologico, coordinato dalla dottoressa Rosanna Tuteri, durerà per altri 30 giorni l’équipe della soprintendenza spera di trovare il secondo Leone in pietra calcarea che doveva essere a guardia dell’antica Porta Barete, ma non solo.
Solo dopo la chiusura del cantiere la soprintendenza sarà in grado di rimettere una relazione dettagliata, sollecitata peraltro anche dal sindaco Massimo Cialente, propedeutica all’apposizione di un vincolo archeologico sulla zona se sarà necessario.
Lo stesso primo cittadino ha sollecitato peraltro anche un incontro per parlare degli ultimi ritrovamenti. In ogni caso e in linea teorica il vincolo potrebbe convivere con la riedificazione del civico 207, l’immobile che insiste per gran parte sui reperti rinvenuti.
Tutto dovrà essere deciso in 30 giorni, mentre gli interventi su Viale Corrado IV vanno avanti velocemente. Esiste un complesso progetto di riqualificazione dell’intera area promosso da monsignor Orlando Antonini anche se non si è trasformato fino a oggi in un piano di recupero di iniziativa privata.
Oltre al leone in pietra proveniente dalla città romana di Amiternum, sono tornati alla luce anche resti dell’antica cinta muraria della città originaria della fine del ‘200 molto più spessa di quella visibile ora, frutto dei rimaneggiamenti dopo il terremoto del 1703.
Si tratta di un tratto assolutamente unico a ridosso dei resti del torrione che doveva essere alto 6 metri. Rinvenuti inoltre locali intonacati compatibili con gli antichi posti di guardia. Quella che sembra emergere, delimitata dall’antico ciottolato è un’antica piazza della città che un’amministrazione “illuminata” potrebbe avere il privilegio di restituire ai cittadini dopo secoli di oblio.
Molto di più e altro ancora, secondo le stime di addetti ai lavori e memorie storiche della città, potrebbe essere rinvenuto al di sotto del terrapieno di via Roma.
L’aspetto che tuttavia sembra stimolare di più l’immaginario collettivo è il rinvenimento del leone addossato su un pezzo di muro. Si tratta di uno dei dieci felini di epoca romana augustea che adornavano la bellissima città di Amiternum.
Un paio di essi, attraverso una strana odissea, sono finiti al Getty Museum di Los Angeles, gli altri sono stati riutilizzati nel corso dei secoli per adornare le porte o le chiese della città antica, poi di nuovo trafugati o seppelliti dalla terra.
Sembra che un paio siano finiti addirittura nel salotto di qualche privato cittadino. La ricca città di Amiternum del resto è stata la più saccheggiata nel corso dei secoli perfino le sue pietre furono riutilizzate per ricostruire parti crollate della città come accadde per il ponte del forte spagnolo.
Ad andare oltre oceano non solo stati solo i due leoni di Amiternum, ma anche la divinità seduta in marmo che si trova al Fine Arts museum di Boston.