Aeroporto dei Parchi, Xpress e la caduta di stile

19 febbraio 2014 | 16:18
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Aeroporto dei Parchi, Xpress e la caduta di stile

di Fulgo Graziosi

Nell’attesa che il Comune dell’Aquila prepari la conferenza stampa per fare chiarezza sulle ricerche e sugli studi preliminari che indussero l’Amministrazione ad intraprendere la programmazione per lo sviluppo dello scalo aereo di Preturo, vorremmo tornare sulle dichiarazioni rilasciate a caldo, sia dai vertici di Confindustria, sia dal manager della società concessionaria Xpress.

Indubbiamente, gli esponenti dell’Associazione degli Industriali hanno posto l’attenzione sulle possibili analisi effettuate dal Comune prima di dar vita ad una iniziativa di questo genere. Una riflessione accorta e dovuta, in quanto rispecchia la professionalità sia dell’Associazione, sia dei componenti della stessa, abituati ad effettuare delle accurate simulazioni, volte a verificare la bontà delle eventuali scelte.

Che gli industriali abbiano calcato la mano nel prevedere che l’aeroporto possa costituire una ennesima “cattedrale nel deserto”, potrebbe apparire una previsione alquanto pessimistica. Non crediamo, però, che debba essere interpretata in questo senso. Forse, si saranno preoccupati di richiamare l’attenzione degli organi preposti, affinché possano essere adottati provvedimenti e iniziative direttamente correlate alle potenzialità reali del territorio, evitando di imbarcarsi in faraoniche imprese, i cui riflessi negativi, inevitabilmente, ricadrebbero sulle spalle dei cittadini aquilani. Fin qui, nulla di strano, tranne qualche legittima preoccupazione presentata con troppe tenebre all’orizzonte.

Indubbiamente, l’intervento di Confindustria non ha incontrato il gradimento del manager della Xpress che, immediatamente, ha dichiarato: “siamo pronti a rescindere la convenzione ventennale per la gestione dello scalo”. Una frase di questo genere, pronunciata a caldo e ad alta voce, potrebbe indurre a pensare che la Xpress avesse in serbo da tempo una riserva mentale di tal genere. Con questi presupposti potremmo chiederci, autorevolmente, per quale motivo e con quale fine la società abbia intrapreso questa avventura. Ma, non lo facciamo, perché l’argomento dovrebbe interessare maggiormente gli amministratori comunali addetti ai lavori. Quello che non tolleriamo, invece, è la pacchiana caduta di stile del manager allorquando, gratuitamente, afferma che in mancanza di completamento del programma e di abbandono dell’iniziativa da parte della Xpress “si tornerebbe allo stato di 20 anni fa e l’aviosuperficie diventerebbe un campo per pascolare le pecore”.

Avrebbe fatto bene a non spingersi troppo in giudizi che non si addicono ad un manager di qualità, dotato della minima professionalità. Saremo ancora più chiari su questo punto. L’affermazione, del tutto gratuita, rappresenta una vera e propria offesa per la stazione appaltante e per l’intera cittadinanza aquilana. Innanzitutto perché gli ovini, che per secoli hanno costituito la ricchezza economica dell’Abruzzo, sono in via di estinzione. Se, poi, il manager si riferisce alla categoria degli ovini “a due zampe” l’offesa assume proporzioni incommensurabili, poiché noi tutti dovremma andare a pascolare sui prati dello scalo aereo. Francamente, ci sembra un po’ troppo e non possiamo fare a meno di restituire al mittente i poco apprezzabili giudizi.

Siamo stati sempre convinti che per costruire correttamente il futuro, occorrerebbe conoscere bene il passato, sulle cui solide basi si possa progettare lo sviluppo socio economico di un territorio. Ma, non vogliamo riferirci alle precise regole economiche che dovrebbero essere a conoscenza di tutti noi e, in particolare, degli amministratori delle pubbliche Istituzioni, se non altro per una adeguato ampliamento delle conoscenze.

L’idea della realizzazione di un’aviosuperficie prese corpo per volontà di uno sparuto gruppo di appassionati del volo, capeggiato dall’allora Capo Compartimento dell’ANAS, dall’Amministrazione Comunale, dalla Provincia dell’Aquila e, tra questi, anche un imprenditore del posto, Ugo Vittorini, che vide nell’iniziativa un elemento potenziale per lo sviluppo del territorio. Partecipò attivamente alla realizzazione della struttura ponendo a disposizione mezzi, personale e tangibili disponibilità economiche. La pista, in manto erboso, entrò in esercizio e, immediatamente, richiamò l’attenzione degli amanti del volo a vela, provenienti dal territorio nazionale e continentale, specialmente dalla Germania. Le correnti ascensionali presenti nella zona furono ritenute ideali per gli appassionati del volo silenzioso.

Con tenacia e molta pazienza del gruppo promotore, a cui si unirono altri elementi che iniziarono a credere nell’iniziativa, furono bonificate le aree adiacenti, furono canalizzate le acque di scolo e di superficie e si arrivò alla bitumatura della pista di decollo e atterraggio. Ugo Vittorini non ha mai preteso riconoscenza da nessuno. Tanto meno dall’Amministrazione comunale che avrebbe dovuto avvertire il dovere di intitolargli proprio la struttura aeroportuale, oppure una qualsiasi strada e piazza della città. Mentre, invece, sono stati privilegiati attori e cantanti di cui, alcuni, veramente sconosciuti. Dalla stesura della pavimentazione, il piccolo aeroporto aquilano ha subito una serie di evoluzioni e ammodernamenti, fino al punto di ottenere i positivi e costruttivi giudizi della stampa specializzata nel settore aereo, che ne ha divulgato l’immagine e la descrizione con “la perla degli Appennini e dell’Italia”.

I piazzali di sosta erano sempre puliti e ordinati. La pista rappresentava un piano di biliardo, ben strutturata nel sottofondo e perfettamente equilibrata in superficie. Le pertinenze costituivano un vero e proprio fiore all’occhiello. L’erba, sempre rasata e verde, offriva un colpo d’occhio eccellente al visitatore ed al fruitore dello scalo aereo. Gli immobili sempre in ordine, offrivano servizi di ottima qualità.

Francamente, oggi, allo stato dei fatti in cui versano specialmente le pertinenze, non ci sentiamo di esprimere gli stessi giudizi. Comunque, in attesa di una possibile conferenza stampa indetta dal Comune dell’Aquila, torneremo a parlare dello scalo aereo di Preturo per cercare di non farlo cadere nel dimenticatoio, senza però creare nell’animo dei cittadini aspettative non perseguibili per diverse ragioni, tra le quali campeggia in maniera determinante il riordino del Piano trasporti ministeriale, orientato a declassificare quegli scali aerei che non hanno i requisiti della funzionalità e, soprattutto, la carenza dell’utenza.