
Nel 2013 il Banco alimentare dell’Abruzzo ha distribuito poco più di 1.354 chili di cibo a circa 38 mila poveri mediante una rete di 211 enti convenzionati, per un valore economico di oltre 3 milioni di euro e con costi di gestione pari a circa 288 mila euro. Il bilancio dell’attività è stato illustrato questa mattina a Pescara da Luigi Nigliato e Cosimo Trivisani, rispettivamente presidente e direttore del Banco alimentare dell’Abruzzo, i quali hanno evidenziato che «nel 2013 rimane invariato il numero delle persone assistite e dunque la capacità di assistenza, ma c’è una lista di attesa di 20 strutture che vogliono convenzionarsi per il 2014».
Nello specifico, a Pescara e provincia, dove sono assistiti circa 15 mila poveri, sono stati distribuiti 579.470 chili di cibo, per un valore di 1.408.083,77 euro; a Chieti e provincia (circa 12 mila poveri) sono stati distribuiti 442.616 chili di prodotti, pari a 1.035.693,69 euro; a Teramo e provincia (6.500 poveri) 221.562 chili, per un valore di 531.167,22 euro; infine a L’Aquila e provincia (3.500 poveri) 110.365 chili di prodotti, pari a 260.740,10 euro. Tutto questo cibo arriva da eccedenze agricole e solo una piccola parte dalla Colletta Alimentare di fine novembre (204.000 chili nel 2013).
Il presidente e il direttore hanno anche parlato delle prospettive della lotta alla povertà, chiamata ad affrontare a livello nazionale ed europeo grossi cambiamenti. A causa del venir meno del programma europeo basato sulle eccedenze della produzione agricola, terminato lo scorso 31 dicembre, sono tuttora al vaglio varie soluzioni per affrontare il problema della fame. Il precedente programma è stato sostituito da uno nuovo che ha stanziato, per ora, la somma di 85 milioni di euro per l’acquisto di derrate alimentari, cui si aggiunge uno stanziamento aggiuntivo da parte del governo italiano pari a 10 milioni di euro.
«Si sta lavorando – hanno detto Nigliato e Trivisani – per individuare le modalità di gestione di questi fondi, che attualmente fanno capo al ministero dello Sviluppo Economico. La rete del Banco alimentare, insieme ad altri sei grandi enti caritativi di livello nazionale, sta facendo pressione per accelerare i tempi ed evitare che i poveri possano rimanere a lungo senza cibo, nell’attesa che i meccanismi di acquisto e distribuzione vengono decisi e implementati. Ad ogni buon conto, il calo di cibo distribuito agli indigenti sarà comunque inevitabile: si stima che diminuirà di circa il 20 per cento».
Nigliati e Trivisani hanno infine sottolineato che il Banco alimentare dell’Abruzzo sta lavorando «per evitare già dalla prossima estate il ridimensionamento netto dei prodotti da distribuire. Intanto, rivolgiamo il nostro appello alle industrie agroalimentari affinché possano comunque scegliere di diventare nostri partner, donando le loro eccedenze, con significativi risparmi logistici, economici e fiscali».