
di Antonella Calcagni
Antiche mura, anzi no. Ieri mattina presto gli operai che stanno realizzando lavori urgenti per i sottoservizi lungo via Roma avrebbero voluto continuare a scavare, ma sono stati stoppati dalla soprintendenza e dal Comune dopo aver ritrovato alcune pietre regolari che lasciavano pensare alla restituzione di un antico tratto delle mura della città. Dopo un lungo tira e molla e la processione di molti curiosi fra cui i condomini, vere anime in pena, del civico 207, la dottoressa Rosanna Tuteri ha stabilito che quello non era un muro, ma solo una “scarriolata“ di pietre di risulta. I rappresentati della soprintendenza si sono detti in ogni caso piuttosto seccati del fatto che gli scavi su via Roma fossero cominciati senza aver chiesto la preventiva autorizzazione dei Beni culturali. «Ci hanno detto che si è trattato di interventi di urgenza – ha poi spiegato la Tuteri – verificheremo».
In ogni caso la vera notizia shock della giornata l’ha data l’imprenditore aquilano Berardino Del Tosto, quando ha raccontato che nel 1986 gli fu chiesto «dai vertici della soprintendenza di allora di ricoprire con della sabbia i resti di antiche mura e una porta». I reperti si troverebbero qualche metro dopo lo scavo delle fogne. Insomma, se quanto dice del Tosto è vero e la ditta avesse continuato ad eseguire lo scavo, si sarebbe imbattuta nelle mura antiche della città, quelle vere. Forse non a caso, proprio in corrispondenza di questi presunti tesori, sono state poste ben due bandiere nero verdi della città e un tricolore. «Da parte mia – ha aggiunto l’imprenditore aquilano – c’è la massima disponibilità. Sono perfino disposto ad arretrare parte del palazzo che ospita l’anagrafe per valorizzare la zona archeologica. Sarebbe un peccato non farlo».
Questa sarà probabilmente la storia di un’altra puntata di quella che in maniera dispregiativa alcuni inquilini e supporters del 207 definiscono “Bareteland”. Su questo tratta di via Roma la soprintendenza ha intenzione di aprire un altro cantiere archeologico. Intanto nel cantiere che dà sul quartiere di Santa Croce gli archeologici continuano a lavorare con cautela per riportare alla luce tutto l’antico pavimento della piazza che si trovava nei pressi dell’antiporta.
Altri reperti e in particolare i resti di un antico ospizio visibile nella mappa del Vandi sarebbero al di sotto dell’immobile di via Roma che una volta ospitava una pizzeria. Lì, a differenza del civico 207, tuttavia non è stata fatta alcuna attività di archeologia preventiva. In un lampo il palazzo è stato demolito e in un paio di giorni sono stati montati di nuovo i pilastri. Ora la riedificazione è in fase avanzata.
Due pesi due misure insomma, se si pensa che invece l’attenzione dell’opinione pubblica è ora concentrata solo sui residenti del civico 207. Quelle 23 famiglie ignare che hanno avuto la sfortuna di avere al di sotto dei propri piedi degli antichi “ruderi”. Non si vive solo di archeologia pensano legittimamente. «Qui c’è chi ha bisogno di psicofarmaci per dormire la notte e non sa quando potrà ritornare a casa», dicono.