
«I dati sugli errori giudiziari e sull’ingiusta detenzione in Italia sono sempre più in aumento, ma quello che lascia sbigottiti è l’altissimo numero di persone che, pur essendo state detenute ingiustamente, non hanno avuto nessun risarcimento». A sottolinearlo, attraverso una nota, è Giulio Petrilli.
«A fronte di 23.000 persone che hanno avuto il risarcimento dall’entrata in vigore della legge 1989, (dati del ministero dell’Economia) ce ne sono circa 50.000 mila che non lo hanno avuto (dati Eurispes e Camere penali) – argomenta Petrilli – Cinquantamila persone che hanno subito mesi, anni, a volte tanti anni di carcere ingiusto e si vedono rifiutare il risarcimento per il semplice motivo che la legge italiana dà al giudice la possibilità di negare il risarcimento quando il ricorrente, pur essendo stato assolto, ha avuto frequentazioni non idonee. Quindi, i magistrati preposti esprimono non più un giudizio giuridico, ma morale e con il giudizio morale si valuta se dare o meno il risarcimento».
«Cinquantamila persone – ribadisce Petrilli – e tra queste ci sono anche io, sei anni di carcere ingiusto, poi l’assoluzione dal reato di banda armata. In Italia mi hanno rifiutato il risarcimento, ora spero nell’Europa, nella Corte Europea per i diritti dell’uomo, alla quale ho presentato ricorso. Dei cinquantamila innocenti non risarciti, dall’entrata in vigore della legge sulla riparazione per ingiusta detenzione (ottobre 1989), quasi nessuno ha presentato ricorso a Strasburgo, quindi il mio è un po’ un caso pilota. La speranza che venga accolto diventa a questo punto anche la speranza di tanti come me».