
di Claudia Giannone
Il pubblico ministero Fabio Picuti aveva richiesto nuovamente l’archiviazione per Guido Bertolaso, nell’inchiesta che lo vede indagato con l’accusa di omicidio colposo.
Nella conversazione del 30 marzo 2009, l’ex Capo della Protezione Civile aveva definito la convocazione dei grandi esperti «un’operazione mediatica» che serviva a tranquillizzare gli aquilani, «a zittire gli imbecilli», come risulta da una telefonata intercettata con l’ex assessore regionale Daniela Stati.
Ma le parti offese non hanno accettato la seconda richiesta di archiviazione formulata dal pm e, oltre a proporre opposizione nell’udienza che si terrà oggi dinanzi al G.I.P. Romano Gargarella, si rivolgono al procuratore generale con una istanza di avocazione, accolta dallo stesso.
L’avocazione è un istituto giuridico del diritto processuale penale italiano che consiste nel potere riconosciuto al pubblico ministero di grado superiore di far proprie le attribuzioni normalmente demandate all’ufficio del pubblico ministero di grado inferiore per il compimento di determinati atti.
Parla al Capoluogo l’avvocato Maurizio Cora, che come parte offesa vuole spiegare le proprie ragioni.
«La condotta di Bertolaso contiene estremi di colpa che va valutata autonomamente. Il suo è stato un comportamento non lecito a prescindere. Abbiamo insistito reiteratamente, affinché venisse assoggettato al processo. Era opportuno che lo fosse, qualunque sia l’esito di questo processo».