
di Gioia Chiostri
«Basta al turismo della spazzatura».
Il Parco Sirente Velino prende nuova vita.
E la linfa, questa volta, proviene da una società pubblica che ha fatto della cultura al rifiuto il suo grido di battaglia.
Aciam Spa, l’azienda consorziale di igiene ambientale marsicana, in attività dal 1990, firma con l’Ente Parco Sirente Velino un protocollo d’intesa ai fini del rispetto e della tutela dell’ambiente. Questa, la quintessenza della conferenza che si è tenuta stamattina, nella sala conferenze del Comune d’Avezzano.
Un progetto importante, anzi «un progetto pilota – come ci tiene a sottolineare la presidente di Aciam, Lorenza Panei, prima promotrice e relatrice del protocollo – che avrà la durata di un anno a partire da oggi, 22 febbraio.
Un progetto di questo tipo – continua la presidente – nasce dalla consapevolezza che 15 comuni che Aciam serve, fra i 52 totali, ricadono all’interno dell’area protetta del Parco stesso. Ma soprattutto, parlo di quei comuni come Rocca Di Mezzo, Rocca Di Cambio e Ovindoli che costituiscono, tout court, il suo cuore attivo e pulsante del Parco stesso. Il Sirente Velino è un’area verde che tutti ci invidiano, ma è anche, ahimè, un’area impattata da un tipo di rifiuti che contribuisce a ledere quella patina di preziosità e naturalezza che le è propria. Ed è proprio per questo motivo che si è voluto dare concretezza ad un protocollo di intesa».
«Io – ha aggiunto Lorenza Panei – ho constatato personalmente che chi utilizza il Parco a scopo lavorativo, come ad esempio il pastore, non conosce gli altissimi rischi e danni che provoca l’abbandono di rifiuti, molto spesso tossici. Penso, ad esempio, alle lastre di Eternit, pericolosissime sia in quanto a flora che a fauna. Ebbene, nasce da questa mancanza di attenzione all’ambiente, l’idea che Aciam si propone di realizzare: mettere a disposizione del Parco e dei Comuni ricadenti nel suo territorio, strumenti e attrezzature, risorse e mezzi in grado di smaltire i rifiuti.
Ma non solo, Aciam si propone anche di trattare con tariffe particolari lo smaltimento e il recupero di questi rifiuti; questo significa che il protocollo d’intesa con il Parco non è un protocollo completamente gratuito, ma è un accordo di buon senso tra le parti, le quali vedranno gli oneri di smaltimento e recupero pagati dall’Ente Parco stesso o in accordo con i Comuni ricadenti nell’area protetta».
Un bel progetto sulla carta, che si avvale anche di una campagna informativa di spessore. «Noi – ha sottolineato la presidente – parteciperemo ad una campagna di sensibilizzazione per far sì che questo progetto abbia un riscontro anche nelle coscienze dei cittadini. Ci tengo a dire ciò perché, ora più che mai, con la raccolta differenziata e con il servizio ‘porta a porta’, la Marsica sta conoscendo un fenomeno vergognoso quale il pullulare di discariche abusive e aree di stoccaggio dei rifiuti. I comuni del Parco, cioè, vivono di turismo, o meglio di un tipo di turismo mordi e fuggi, che contribuisce non poco a complicare la situazione.
I turisti non si adattano a quello che può essere il servizio porta a porta o la raccolta differenziata, semplicemente perché magari nel loro luogo di provenienza non è usanza. Per questo è indispensabile una campagna informativa e di sensibilizzazione. Noi, abbiamo tutte le intenzioni di far funzionare l’intesa, di contribuire a far sì che questi comuni e il Parco in primis continuino ad essere un polo di attrazione per bellezza naturalistica, come lo sono sempre stati, e non per incuria ambientalistica».
La Marsica, inoltre, non ha ad oggi una discarica propria, quindi Aciam Spa è costretta a trasportare i rifiuti nella discarica di Lanciano o in quella che si trova vicino la città di Isernia, nel Molise. Attraverso l’impianto che la società possiede ad Aielli, riesce a minimizzare la quantità di rifiuto che va nelle discariche, ma non sembra essere abbastanza. «Il problema principale – ha aggiunto la presidente – è che siamo sempre a rischio di esaurimento della capacità nelle discariche che a noi viene accordata. Per questo è necessario educare o rieducare il cittadino affinché prenda consapevolezza che il rifiuto non è un nemico da combattere ma un alleato da riutilizzare».
Il responsabile comunicazione di Aciam, Germano Contestabile, ha ribattuto proprio su questo tasto delicato: «La prevenzione – ha detto – è la chiave di volta dell’educazione al rifiuto. Anche perché la pulizia delle discariche abusive ha dei costi altissimi, quindi è essenziale che il cittadino medio impari a far raccolta differenziata e non consideri il rifiuto come un demone.
Fare campagna di sensibilizzazione è un’operazione che darà i suoi frutti a lungo termine. Si comincia da piccoli a capire la natura e l’importanza del recupero dei rifiuti. La culla dell’educazione in questo senso è la scuola, normale trampolino di lancio per progetti di questo tipo. Ho constatano nella mia ‘missione educatrice’ che l’istituto è un polo d’attrazione anche per gente più adulta, come gli stessi genitori. Quindi val la pena girare una ad una le scuole marsicane e cominciare con quello che io chiamo l’imprinting dell’educazione al rifiuto».
A chiudere la conferenza, il presidente del Parco Sirente – Velino, Simone Angelosante, secondo ma non meno importante protagonista e contributore dell’intesa in difesa dell’ambiente. «Il mio compito, in qualità di rappresentante dell’Ente Parco, è la difesa della biodiversità. Se non manteniamo integro l’ambiente che è a tutt’oggi una grande risorsa della Regione Abruzzo, cosa ci rimane? Ho deciso di firmare il protocollo d’intesa con Aciam perché con l’avvento della raccolta differenziata e del servizio porta a porta sono sorti innumerevoli problemi nei Comuni a confine con il Parco o facenti parte del Parco stesso. Ci tengo a sottolineare che abbandonare un rifiuto all’interno di un’area protetta costituisce un reato penale, non soltanto amministrativo. Ho assistito già all’istallazione di telecamere in vari punti dell’area che amministro, d’intesa ovviamente con i Comuni, proprio per dare un taglio a quello che io chiamo il ‘turismo della mondezza’. Noi al nostro territorio teniamo e ho firmato l’intesa anche per permettere la completa dissoluzione di questo tipo di reati. A fronte di ciò, il protocollo è fondamentale: il parco non ha competenza in merito alla raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è qui che entra in gioco l’altro grande attore territoriale che è Aciam».
«Grande assente di oggi – ha concluso il presidente – è il comandante del nucleo forestale delle guardie del Parco, Guido Conti. Il suo nome, come è confermato dalla cronaca stessa, è legato alla scoperta della discarica Bussi, quindi ha già un glorioso passato di paladino dell’ambiente. Con lui abbiamo deciso di tutelare il territorio con una linea di estrema fermezza. Da oggi, dal Parco, si avrà tolleranza zero nei confronti di chi lo deturpa. Le dieci guardie del Parco contribuiranno a tenere pulita la zona, non solo dai rifiuti, ma anche dai turisti furbetti, tipici ‘mangia, inquina e fuggi’ dell’ambiente. L’intesa con una società pubblica come Aciam – in quanto è per il 51 % un’azienda a capitale pubblico – viene incontro proprio a questa nuova politica amministrativa. E’ un progetto unico in Abruzzo, che punta non solo al risultato ma anche alla prevenzione. Noi abbiamo già contribuito istallando molte foto-trappole e telecamere, ma la svolta verrà solamente dall’educazione. E allora dobbiamo fare come i sovietici, imparare a ‘denunciare’ il vicino che abusa e non aiuta l’ambiente. Solo quando – ha detto – un figlio se la prenderà con il genitore perché ha buttato dal finestrino dell’auto una carta straccia, potremmo dire di aver veramente vinto».
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