Aeroporto: Cronoprogrammi, inconvenienti, consultazioni

24 febbraio 2014 | 09:19
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Aeroporto: Cronoprogrammi, inconvenienti, consultazioni

di Fulgo Graziosi

L’ultimo intervento in merito alle affermazioni del manager dell’Aeroporto dei Parchi ha richiamato l’attenzione di Emanuela Iorio, Assessore allo Sport e all’Aeroporto, probabilmente preoccupata delle non certo perfette condizioni delle pertinenze dello scalo aereo di Preturo.

Dobbiamo dire, ad onor del vero, che lo stesso Assessore, con molto garbo, ci ha invitato a visitare la struttura per ammirarne e constatarne la perfetta efficienza. Nello stesso tempo, sempre con molta diplomazia, l’Assessore ha voluto precisare che le nostre osservazioni dovevano essere riferite ad un passato abbastanza lontano, perché, nel 2003, sotto la Presidenza dell’Aeroclub del Gen. Pullieri l’ENAC aveva sollevato dei rilievi in ordine al grado di manutenzione della pista di atterraggio.

L’osservazione non provoca nessuna reazione da parte nostra, poiché nell’articolo relativo alla “caduta di stile” avevamo parlato di date antecedenti. La fase della decadenza dello scalo aereo, passato nelle mani di Pullieri ancora non era stata presa in considerazione.

Comunque, dobbiamo notare che l’informatore dell’Assessore ha voluto fornire notizie abbastanza comode per mettere in risalto le pecche della pista riferite al 2003, ignorando i pregi della struttura antecedenti alla data citata.

Non imputiamo la responsabilità della partigiana informazione all’Assessore che all’epoca, forse, era ancora una giovane studentessa. Evidentemente, stiamo sulla stessa barca, noi e l’Assessore. Infatti, ammettiamo, con qualche disappunto, che le notizie fornite dalla struttura comunale non sono complete e, il più delle volte, non risultano aderenti alla realtà dei fatti. Per questo motivo avevamo auspicato l’indizione di una conferenza stampa, nel corso della quale, il Comune, con gli atti alla mano, avrebbe avuto la possibilità di fugare molti dubbi e incertezze che destano incredulità e credibilità circa l’assegnazione della struttura aeroportuale ad una società privata, senza ottenere nessun introito contributivo nelle casse comunali. Una specie di “comodato gratuito”.

Mentre noi, e lo stesso Assessore, facciamo fatica a capire bene l’intero argomento, perché non ci viene consentito di accedere agevolmente alla consultazione della documentazione attinente agli studi preliminari, che hanno indotto l’Amministrazione ad intraprendere la strada dello sviluppo dello scalo aereo, in stretta coincidenza con la riduttiva riforma ministeriale del trasporto aereo, non possiamo fare a meno di rilevare che diversi cittadini, ben informati, conoscono alla perfezione l’intera vicenda.

Infatti, uno alla volta, stanno venendo al pettine quei nodi che, guarda caso, risultano reali e strettamente collegati alla realtà dei fatti, così come si sono svolti in maniera cronologica. Infatti, nel momento in cui qualcuno ha dichiarato che gli aquilani dispongono sul territorio di uno scalo aereo a costo zero, i predetti cittadini ben informati hanno contestato questa affermazione, facendo notare che, proprio nel bando di gara, era stato fissato in 200 mila euro il compenso da sottoporre a ribasso, da corrispondere al vincitore dell’appalto per il conseguente affidamento della gestione della struttura di che trattasi. Il ribasso conseguito fu pari al 2% e, quindi, la spesa a carico del Comune e dei cittadini fu calcolata in 196 mila euro netti. Non si tratta, quindi, di una struttura di trasporto aereo a costo zero per la stazione appaltante.

Sembrerebbe, poi, che tale somma non sia di natura fissa, ma assai duttile e ancorata ad una precisa disposizione che dovrebbe così recitare (approssimativamente): «l’Amministrazione si riserva di provvedere al versamento di un contributo fino ad un massimo di 200 mila euro annui per lo start-up e l’innovazione in base alle indicazioni del capitolato d’oneri …».

Inoltre, i ben informati signori sostengono che la lettura di questa disposizione debba essere fatta in combinazione con un altro paragrafo, più o meno del presente approssimativo tenore, riportato nelle stesso bando di gara che stabilisce la presentazione di una apposita obbligatoria dichiarazione, determinante per l’aggiudicazione dell’incarico di gestione, con la quale il concorrente deve provvedere ‘obbligo di sopralluogo assistito e specifica dichiarazione di aver visitato i posti e aver verificato le condizioni per lo svolgimento dei servizi, di accettare lo stato degli impianti e delle infrastrutture,… Obbligo di allegare l’attestazione di avvenuto sopralluogo nelle consuete forme stabilite dal disciplinare di gara’.

Secondo i bene informati, sembrerebbe che in luogo dei 196 mila euro contrattuali, ne siano stati corrisposti al concessionario 200 mila, ignorando il ribasso conseguito, in due distinti accrediti di cui uno di 98 mila e uno di 102 mila euro. Naturalmente il tutto va attentamente riscontrato, poiché, qualche volta, la memoria, ferrea che sia, può anche andare in tilt. Così pure andrebbe riscontrata la perfetta aderenza della obbligatoria e tassativa dichiarazione di aver preso cognizione dei luoghi e delle circostanze tutte, necessaria e determinante per una corretta redazione della convenzione di affidamento.

Noi riteniamo che tutto possa essere perfettamente aderente agli atti presenti nella casa comunale, in piena rispondenza con le norme contenute nel bando, nel disciplinare di gara e nel capitolato d’oneri. Una nota chiarificatrice in proposito potrebbe aiutare i cittadini a dissipare molti dubbi e a capire meglio le ragioni che hanno indotto il Comune a perseguire l’idea di un possibile sviluppo dello scalo aereo aquilano.

Infine, sembrerebbe che nella organizzazione logistica dello scalo aereo locale sia stato riportato un cronoprogramma, con il quale si ipotizza la valutazione crescente dell’utenza viaggiatori. Infatti, lo stesso documento portava, più o meno, le seguenti indicazioni: anno 2012, per un periodo di sei mesi, circa 16 mila passeggeri; 2013 circa 60 mila; 2014 oltre 100 mila; 2015 oltre 130 mila; 2016 circa 150 mila; 2017 oltre 165 mila; 2018 oltre 180 mila; 2019 circa 200 mila; 2020 oltre 210 mila e 2021 circa 230 mila. A questo punto appare logica una considerazione. Tenuto conto che i cittadini delle Province di Teramo e Chieti preferirebbero usufruire dello scalo pescarese, assai più comodo e vicino. Per cui le utenze dello scalo aquilano dovrebbero essere solamente quelle dei cittadini della Provincia dell’Aquila, che conta poco più di 300 mila abitanti, per circa il 70% appartenenti alla fascia della terza età e, perciò, poco propensi a viaggiare in aereo. I cittadini della Provincia dell’Aquila dovrebbero essere obbligati, perciò, a prendere l’aereo almeno una volta l’anno. Quelli di Rieti, ovviamente, preferiscono recarsi a Ciampino e Fiumicino.

Potremmo ipotizzare un possibile uso dell’aereo da parte dei turisti. È una ipotesi che appare molto traballante, visto che mancano i presupposti di base. Mancano, cioè, gli attrattori. Il turismo religioso appare in sofferenza. I fedeli diminuiscono e, poi, il Santuario di Assergi costituisce ben poca cosa e non è ancora un punto di richiamo. Il turismo invernale del Gran Sasso non offre garanzie di sicurezza e di continuità perché l’azienda preposta alla gestione naviga a vista, non per incapacità degli addetti, ma per assoluta mancanza di risorse economiche, che non consentono alla stessa di provvedere alla ordinaria manutenzione degli impianti. La vecchia e obsoleta seggiovia non è più in grado di assicurare il razionale funzionamento. Esiste anche una latente conflittualità con l’Ente Parco che non consente alcuna possibilità di sviluppo della stazione invernale e nessuno si preoccupa di trovare una via di conciliazione, capace di consentire almeno la messa in sicurezza degli utenti in caso di improvvise calamità naturali che, di certo, non mancano nella zona. A tutto ciò si aggiunga, infine, che la crisi economica e sociale, attraversata dal Paese, non giova molto al decollo della struttura aeroportuale locale che, oltretutto, risente maggiormente anche delle traversie legate al terremoto del 2009 e alla carenza di finanziamenti regionali e nazionali.

Il Comune e il Governo hanno pochissimi punti di coincidenza. L’unico, forse, in cui si riscontra qualche convergenza è costituito dal termine “cronoprogramma”, tanto caro alla Giunta municipale, ma cpon contenuti decisamente diversi. L’altro, costituito dal sistema delle consultazioni, appare quanto mai antitetico. Infatti, il Governo le consultazioni le effettua preventivamente per arrivare in tempi brevi alla composizione del Governo, mentre la locale Amministrazione le consultazioni le effettua al termine delle iniziative, alla ricerca di possibili e irraggiungibili utenze.