
di Antonella Calcagni
Pagare per lavorare. Questo sarà il terribile paradosso degli 840 lavoratori ex Lsu addetti alle pulizie nelle scuole che con il nuovo appalto in vigore dal primo marzo, dovranno lavorare un’ora al giorno spostandosi da un plesso scolastico all’altro.
Il compenso non basterà loro per pagare la benzina o l’abbonamento del bus. Eppoi neanche un supereroe riuscirebbe a pulire un plesso in un’ora. Il rischio dunque è che le scuole abruzzesi saranno irrimediabilmente sporche con il rischio che l’ambiente diventi insalubre.
Dopo il sit-in inscenato ieri mattina dinanzi alla direzione regionale del Lavoro del capoluogo, la prossima mossa sarà la presentazione di esposti in Procura poiché non sarà possibile garantire i servizi minimi e la sicurezza per i ragazzi.
Di qui potrebbe conseguire la paralisi didattica di tutte le scuole abruzzesi di ogni ordine e grado. L’ipotesi è stata formulata dal sindacalista provinciale Cgil, Emilio Speca.
In protesta ieri lungo viale Aldo Moro c’erano più di 100 lavoratori provenienti da tutto Abruzzo. Per il 4 marzo è in cantiere uno sciopero regionale dei lavoratori. Un dramma che investe in Italia 24 mila addetti, in Abruzzo circa 840.
Il tutto a causa della decisione dell’ex ministro Maria Chiara Carrozza di indire nuovi appalti per la pulizia e l’assistenza scolastica affidato al Consip.
Appalto che ha però avuto a disposizione il 50% in meno delle risorse disponibili. In Abruzzo si è passati da circa 20 milioni di euro del 2013 agli appena 8 milioni per il 2014.
La senatrice Stefania Pezzopane lascia intravedere uno spiraglio: «Nel Ddl sulle emergenze presentato in Senato, per recuperare gli emendamenti ritenuti non ammissibili al decreto salva Roma, c’è anche una norma per i lavoratori impiegati nei servizi di pulizia per le scuole, che mira a prorogare le convenzioni in essere con le ditte di pulizia fino alla fine di marzo – ha spiegato la Pezzopane – La norma inserita nel Ddl prevede che il termine del 28 febbraio, per la scadenza degli appalti con le ditte di pulizia, venga prorogata di un mese, in modo da dare tempo al nuovo governo di intervenire con una soluzione strutturale».
Subito dopo il sit-in si è tenuto nell’ufficio provinciale del lavoro un tavolo convocato della Filcams Cgil e della Fisascat Cisl con il direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro Orazio Parisi, i rappresentanti delle ditte subentranti e di quelle che hanno perso l’appalto.
Fa il punto Luca Ondifero della Filcam Cgil: «Il problema non sarà solo il drastico peggioramento delle condizioni di lavoro di 840 abruzzesi. Dove il taglio è già avvenuto come in Veneto, la Asl ha chiuso molte scuole perché non raggiungevano più i livelli minimi di decoro e igiene. E la stessa cosa accadrà negli oltre 150 plessi scolastici abruzzesi».
Incalza a sua volta Leonardo Piccinno segretario regionale della Fisascat Cisl: «Si rischia l’emergenza sociale, il governo deve cambiare registro, al ministro c’è un tavolo aperto da settembre, ma ancora non ci sono riposte».