Quel carnevale unico tra tradizione e modernità

25 febbraio 2014 | 11:02
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Quel carnevale unico tra tradizione e modernità

di Giuseppina Riocci*

Fra le rappresentazioni tradizionali del Carnevale c’è quella dei mesi dell’anno: dodici figuranti in circolo, con un simbolo identificativo in mano, personificano i dodici mesi, l’anello del tempo ciclico, introdotti dal padre di tutti, l’anno, ognuno si presenta con rime in musica.

Per analogia, viene rappresentato anche il ballo delle quattro stagioni, tra le quali Carnevale sceglie in sposa l’Inverno che promette salsicce, arrosto e maccheroni. (P. Orsini) Il ballo preferito è la saltarella.

La consuetudine di proporre indovinelli proviene dall’antica Roma, si trovano già in un’antologia latina di [i]Symphosius Scholasticus[/i] in esametri, raccolti con la finalità di non restare senza parole durante i banchetti dei Saturnalia, al momento dei giochi; gli indovinelli hanno la caratteristica di apparire arguti, scurrili, con doppi sensi equivoci e giochi di metafore fino al momento della soluzione, quando si svela l’innocenza della parola da indovinare.

{{*ExtraImg_188646_ArtImgRight_300x447_}}In molti paesi del centro-sud dell’Italia, il giorno di Carnevale “[. . .] [i]s’usa tendere una cordellina, da una finestra all’altra del vicinato: in mezzo vi pensola la Quaresima, che è una pupa di stoffa e pezze, con sette piume attorno, con la conocchia e il fuso in mano: di qua e di là, lungo la cordellina, sono legati una saracca, una sarda, un pezzo di baccalà, un aglio, una cipolla, un carbone e un tizzone, un peperoncino rosso, simboli, tutti, del magro della Quaresima. Ogni domenica poi si pela una delle sette penne; e sabato santo, al suono delle campane, si dà fuoco a una filza di castagnole, che mandano al diavolo la Quaresima e la sua magra dispensa[/i]” [/i] (De Nino 1833 – 1907)

“[i]E’ uno snodo temporale, il più intimo, profondo cerimoniale del cristianesimo: le Sacre Ceneri. E’ il rito antropologico del gesto, antico, che si compie senza echi e proclami, essenziale, avvicina e segna un passaggio austero, carico di richiami lugubri e drammatici: le Sacre Ceneri[. . .] ferma e risoluta, questa formula cristiana ci parla dell’origine e della fine [. . .] l’arco delle Sacre Ceneri [. . .] ancora si tende, l’ingresso, il varco, il passaggio obbligato nella penitenza e nel digiuno, la mortificazione, la contrizione[/i]”. (Vincenzo Battista)

A San Demetrio ne’ Vestini, il 2 marzo prossimo, nel corteo delle ore 15 ci saranno le splendide maschere delle quattro stagioni in preziosi abiti, accompagnate da Re Carnevale.

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Si potrà ammirare la Quaresima (sorella di re Carnevale) di stoffa e pezze.

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E il fantoccio di Carnevale, realizzato per l’occasione dai coniugi Mimino Liberatore e Agnesina Ciccone, con la stessa procedura utilizzata negli anni ’30, quando erano bambini.

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Il Carnevale è “[i]la festa che il popolo dà a se stesso[/i]” (Goethe), vige la più assoluta libertà, tutto diviene lecito: ogni gerarchia viene a cadere, il singolo perde la sua individualità, si fonde e confonde nel vortice corale della festa: l’io è vinto da emozioni inusuali.

La parodia dissacra autorità ed istituzione, dona l’illusione di potersi emancipare temporaneamente dal potere dominante, di poter mutare il corso della quotidianità. La comicità infrange regole, scardina logiche comuni, sovverte ordini sociali, dà voce all’esuberanza del popolo, legalizza l’illegalità, neutralizza energie represse potenzialmente sovversive, risponde all’esigenza di libertà, sopravvive a tutte le epoche, perché assume valenza catartica.

Il 2 marzo 2014 alle ore 15 la Pro Loco di San Demetrio riproporrà la tradizione del funerale di Carnevale. Durante l’evento si terrà anche il Concorso “Viva il Re Carnevale” con ricchi premi per gruppi e singoli, iscrizioni entro il 28 febbraio. Tel:3487306806.

*Proloco di San Demetrio ne’ Vestini