Regioni, i governatori più (e meno) amati

25 febbraio 2014 | 11:26
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Regioni, i governatori più (e meno) amati

Enrico Rossi (Toscana – Pd) e Luca Zaia (Veneto – Lega Nord) con una percentuale di gradimento pari al 57,5% sono i presidenti di Regione più amati d’Italia nel quarto trimestre 2013. Rossi conferma la posizione che aveva nella precedente rilevazione, mentre Zaia era terzo nel terzo trimestre.

Subito dopo si piazza Stefano Caldoro (Campania – Forza Italia) che con il 55,6% del gradimento passa dalla quarta posizione del terzo trimestre alla terza del quarto. In quarta posizione troviamo con il 54,3% Debora Serracchiani (Friuli Venezia Giulia – Pd), mentre quinto è Nicola Zingaretti (Lazio – PD) che con il 54% perde tre posizioni (era secondo nel terzo trimestre). Sesto Vasco Errani (Emilia Romagna – Pd) con il 53% (era quarto nella precedente rilevazione).

Tra i governatori che invece perdono consenso Rosario Crocetta -4,3%, Nicola Zingaretti -3,8% e Giovanni Chiodi -3,2%.

Nella top ten troviamo, poi, in settima posizione Gian Mario Spacca (Marche – Pd), che con il 52,1% conferma la sua posizione rispetto al terzo trimestre. Segue, poi, in ottava posizione Roberto Maroni (Lombardia – Lega Nord) con il 50,6% (era nono a settembre), mentre al nono posto abbiamo un ex aequo con il 50,3% tra Nichi Vendola (Puglia – Sel) e Claudio Burlando (Liguria – Pd), i due, nella precedente rilevazione, erano rispettivamente in decima ed undicesima posizione.

Stabile all’undicesimo posto Katiuscia Marini (Umbria – Pd) con il 48,9%, mentre dodicesimo (era undicesimo a settembre) è Paolo di Laura Frattura (Molise – Pd) con il 48,6%. Perde cinque posizioni Rosario Crocetta (Sicilia – PD) che dall’ottavo passa al tredicesimo posto con il 47,7%, segue Giuseppe Scopelliti (Calabria – Ncd) che con il 46,5% passa dalla sedicesima alla quattordicesima posizione.

Quindicesima piazza per Roberto Cota (Piemonte – Lega Nord) con il 46,2%, chiude in sedicesima posizione Giovanni Chiodi (Abruzzo – Forza Italia) con il 43,2%.

Gli unici governatori che vengono rilevati in crescita d’apprezzamento sono Stefano Caldoro con un +2,4% e Debora Serracchiani + 1,1%. La perdita di consensi maggiore si registra invece per Rosario Crocetta -4,3%, Nicola Zingaretti -3,8% e Giovanni Chiodi -3,2%.

In classifica non è presente il governatore della Sardegna perché nel periodo della rilevazione era in carica Ugo Cappellacci, in seguito alle elezioni regionali in Sardegna è invece stato eletto Pigliaru.

I COMMENTI

CHIODI: «UN GRADIMENTO AL 43,2% E’ UN OTTIMO RISULTATO» – «Un gradimento al 43,2% è un ottimo risultato e la percentuale, se confermata, ci potrebbe far vincere le elezioni. Si tratta di un sondaggio effettuato dopo l’inchiesta di Rimborsopoli e che ha visto uscire fuori tante cose inesatte e non vere, anche se questa non è la sede per parlarne. Io intanto continuo a lavorare per l’ Abruzzo fino all’ultimo giorno, per portare a termine la legislatura e il programma di risanamento».

PAGANO: «CON UN 43% SI VINCONO LE ELEZIONI» – «I sondaggi vanno contestualizzati, perché risentono del periodo in cui vengono realizzati. La rilevazione è stata condotta alla fine di gennaio, proprio nei giorni in cui furono recapitate le informazioni di garanzia dell’inchiesta sui rimborsi. È ovvio che sulla valutazione degli intervistati abbiano pesato le notizie che venivano diffuse da tutti i mezzi di informazione. Quel 43 per cento di gradimento non è un risultato negativo. Basti pensare che con quella percentuale si vincono le elezioni».

PAOLUCCI: «ASSISTIAMO AL FALLIMENTO DI CHIODI E DELLA SUA GIUNTA» – «Anche nell’ultima rilevazione Datamonitor sul gradimento dei presidenti di Regione, Gianni Chiodi è ultimo in Italia. È l’ennesima prova del fallimento politico del progetto politico del centrodestra in tutto l’Abruzzo, un fallimento che va ben oltre gli scandali, gli arresti e la scarsa trasparenza che hanno caratterizzato questa legislatura. La bocciatura di Chiodi è la bocciatura di una intera classe dirigente che sul territorio non è stata in grado di dare la minima risposta alla domanda di partecipazione, di cambiamento, di speranza. La scelta di prolungare di ulteriori 6 mesi l’agonia di questo governo regionale ha aggravato ulteriormente la stima degli abruzzesi verso una istituzione che invece, altrove, rappresenta un baluardo del buongoverno. Ancora poche settimane ed anche l’Abruzzo avrà una Regione di cui essere orgogliosi».