
«Un cornicione caduto e un annuncio di progetto del “Nuovo Comune”. Due accadimenti distinti e distanti ma che esemplificano in modo plastico il “luogo non luogo” in cui ha scelto di esordire come “operatore della politica”.
Il cornicione cade al centro di una città puntellata ma fruita soprattutto di notte da ragazzi che frequentano i molti [i]pub[/i] autorizzati in centro storico. Alcuni di questi locali insistono in immobili di cui è già stato disposto l’abbattimento perché classificati E… e questi ragazzi, nella sciagurata ipotesi di una calamità, si troverebbero a districarsi tra puntellamenti mai omologati dai Vigili del Fuoco e che “comunque” scontano il tempo e le stagioni, diventando sempre più inadeguati, ammesso lo siano mai stati».
Così l’assessore regionale alla protezione civile Gianfranco Giuliante si esprime in una lettera aperta indirizzata al neo vicesindaco di L’Aquila, Trifuoggi.
«La richiesta – scrive Giuliante – di un piano stralcio di Protezione Civile “specifico” per quanti frequentano il centro storico, non è mai stato preso in considerazione, e almeno in questo si è stati coerenti, visto che non c’è un vero e proprio piano di Protezione Civile per l’intero territorio. In questo contesto il Comune dell’Aquila presenta la sua nuova sede da ricostruire».
«A cinque anni di distanza dalla delibera 58 i nostri amministratori per dare il buon esempio scelgono di insediarsi in una zona e in un punto ad alta pericolosità idrogeologica (studio del professor Maurizio Leopardi).
Nel 2009 si decise di autorizzare l’inautorizzabile, nel 2014 ci si regala l’indifendibile. Sappiamo che si sta “occupando” delle casette, prendendo in considerazione una possibile segnalazione alla Procura della Repubblica di quanti debbono e possono essere considerati abusivi e/o in zona P4».
«Le facciamo rilevare – conclude – che nella delibera 58 uno dei requisiti previsti per essere in regola e quindi non abusivi, era il requisito dell’antisismicità degli immobili, si faccia dire quanti immobili sono stati autorizzati dal Genio Civile e quindi, quanti sono realmente in regola. Se il risultato la stupisse, decida per una soluzione meno traumatica, in particolare per tutto quanto “può essere salvabile”, ma se decidesse per il “dura lex sed lex”, tragga le conseguenze delle ripetute omissioni di un sindaco, capo della Protezione Civile e amministratore inadempiente e insieme alle indicazioni degli abusivi (tutti? in base alla 58!) segnali, qualora dovesse riscontrarle, ipotesi di reato riferibili all’amministrazione di cui recentemente è entrato a far parte. Se sotto il tappeto non ci vorrà mettere niente, ne vedremo delle belle!».