
«Sono stato zitto per sei anni, parlo ora e una volta sola, perché mi hanno coinvolto in 9 processi e sono stato sempre assolto». Luciano D’Alfonso, candidato alle primarie del centrosinistra per la Regione Abruzzo, convoca la stampa per rispondere ad articoli apparsi sulla stampa nazionale, ma soprattutto per puntellare la sua corsa verso l’Emiciclo.
«Alcuni giornali fanno il loro lavoro, anche se pubblicano esclusivamente il punto di vista dei pm, che a me non hanno fatto mai sconti e che si sono sempre comportati in modo imparziale», dice riferendosi agli estratti del ricorso in Appello presentato dal pm di Pescara Gennaro Varone e che si riferisce all’inchiesta Housework.
Ma D’Alfonso afferma anche di non condividere alcuna «lettura pornografica di atti processuali», puntando il dito sulle ricostruzioni giornalistiche.
D’Alfonso nel lungo semi monologo a cui ha dato vita prima ha riepilogato le sue vicende politiche e i suoi successi, poi ha voluto ricordare cosa accadde nel dicembre 2008, quando fu arrestato dalla procura di Pescara.
«Con la sentenza dello scorso 11 febbraio 2013 è stata cancellata una violenza arrecata al sottoscritto, e anche se adesso rivedo come fossero orde barbariche il punto di vista dei pm, io subii una violenza quando fu interrotta la mia vita da sindaco di Pescara. Ora però sto verificando con i miei avvocati se sono stati oltrepassati dei limiti invalicabili».
Voltare pagina, pensare alla campagna elettorale, questo il verbo di D’Alfonso. «Non mi rimpiccioliranno davanti alle minacce perché io mi candido due volte: per fare quello che voglio fare e per fare quello che i miei predecessori non sono stati capaci di fare. Le cause le ho vinte tutte, e ogni volta che mi sono candidato ho vinto perchè ho sempre fatto quello che ho promesso. Giudicatemi se faccio uso del potere per aiutare qualcuno, perchè come le sentenze certificano fin qui se ho usato del potere non ho abusato né commesso reati».
«Già una volta – aggiunge – una testata nazionale fu condannata a versarmi 120mila euro; da oggi creerò una provvista finanziaria per le opere pubbliche con i risarcimenti ottenuti da chi dà letture pornografiche delle sentenze che mi riguardano».
D’Alfonso ha poi chiuso spiegando le sue intenzioni per il futuro: «Oggi dico: entriamo nel merito delle questioni che interessano davvero gli abruzzesi. Sono pronto a confrontarmi con chiunque. Ritengo di essere l’unica garanzia che questa Regione non scanserà le responsabilità: ho conosciuto lunghi quinquenni di nascondimento e di «non mi compete» ma la Regione che voglio io è competente e gigantesca. Ci sarà pure una ragione per cui ho vinto ogni volta che mi sono candidato: quando dico una cosa la faccio, e nei miei giri per l’Abruzzo vedo solo consenso che attende un’urna in cui depositarsi».