Call Center, «La mozione approvata in Provincia è controproducente»

«Il Consiglio provinciale dell’Aquila ha approvato una mozione che “apparentemente” punta ad aiutare i call center aquilani. Si tratta della stessa mozione che il Consiglio comunale dell’Aquila ha discusso e opportunamente accantonato su nostra iniziativa un mese fa. In entrambi i casi pur con finalità apprezzabili, in realtà li si penalizza. E’ singolare sia stata approvata all’unanimità, quindi anche da partiti che invece in Consiglio comunale l’hanno contestata fermamente». A sottolinearlo, attraverso una nota, è Venanzio Cretarola, coordinatore provinciale Centro Democratico.
«La mozione – argomenta Cretarola – è formulata in maniera inaccettabile, anche sotto il profilo della legittimità, e ha un effetto addirittura controproducente, somigliando troppo ad una sorta di “raccomandazione” per l’affidamento alle aziende aquilane anche di commesse di lavoro pubblico.La proposta presentata dal Centro Democratico contiene invece iniziative che concretamente e immediatamente è possibile portare avanti, non limitandosi ad iniziative “mediatiche” senza prospettive di successo. Iniziative che non è possibile finalizzare “esclusivamente” ai call center aquilani, ovviamente, ma che creino le condizioni per l’aumento o la creazione di occupazione nei settori a più alta intensità di personale».
«Ciò che si continua a ignorare, invece – rileva Cretarola – è la necessità di contestare decisamente l’emendamento che proprio il Pd ha fatto inserire nella Legge di Stabilità 2014 che addirittura mette fuori mercato per 3 anni tutti i call Center aquilani, in maniera secondo noi illegittima. Il Comma 22 dell’articolo 1 prevede incentivi per 3 anni (riduzione del 10% del costo lavoro) esclusivamente a favore dei call Center che hanno effettuato stabilizzazioni nel 2008, con evidenti profili di illegittimità sia in base alle norme nazionali che ai regolamenti europei in materia di concorrenza. La norma infatti, stabilendo criteri “retroattivi”, non assicura parità di trattamento, non permettendo a tutte le aziende del settore di richiedere e ottenere l’incentivo ed escludendo anche le aziende che già dal 2008 avevano trasformato i contratti a progetto o stipulato direttamente contratti di lavoro subordinato. Sostanzialmente con questa norma si penalizzano le aziende più “corrette” e si premiano quelle meno “corrette”, a scapito dei lavoratori.
I contact Center aquilani vengono così posti in condizioni di svantaggio concorrenziale per 3 anni».
«Il Centro Democratico – conclude Cretarola – propone, in attesa o in alternativa alla modifica della Legge di stabilità, di chiedere di integrare i criteri di gestione dei 100 milioni per lo Sviluppo nell’area del sisma, prevedendo una finalizzazione specifica pe i settori ad alta intensità di personale, non solo i call Center, ma soprattutto loro hanno questa caratteristica».