Cittadini e architetti per il futuro di Collemaggio

28 febbraio 2014 | 12:36
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Cittadini e architetti per il futuro di Collemaggio

di Giovanni Baiocchetti

Fare in modo che l’ex polo ospedaliero di Collemaggio venga integrato nel contesto urbano dell’Aquila. È questo lo spirito con cui la Facoltà di Architettura di Bologna e la Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila lanciano un Laboratorio Progettuale di specializzazione post-laurea in Bioarchitettura che ha al centro la riqualificazione dell’intera area adiacente alla Basilica di papa Celestino V. L’obiettivo è quello di partorire idee, proposte, segnalazioni, progetti per la riqualificazione dei 24 edifici che sorgono sulla collina, «edifici in sovrabbondanza rispetto alle esigenze dell’azienda sanitaria locale», secondo quanto dichiarato dal manager della Asl Giancarlo Silveri in una conferenza stampa nella mattinata di oggi.

Iscrizioni aperte fino al 30 marzo per quanti abbiano già conseguito una laurea in discipline scientifiche che potranno partecipare ad un insieme di dodici incontri (da Aprile a Novembre) a cui prenderanno parte anche economisti, storici, agronomi, politici. Primo step il 24 aprile, quando i tecnici che si saranno iscritti al laboratorio parteciperanno ad una tre giorni in situ guidata da Christian Shaller, architetto di Colonia di fama internazionale, specializzato in progettazione sostenibile e rigenerazione ecologica urbana. Prossimamente verranno comunicate anche le date degli incontri con la cittadinanza, ‘interlocutore privilegiato del progetto’, come afferma Wittfrida Mitterer, coordinatrice del corso post-laurea in Bioarchitettura presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Bologna.

Le tavole progettuali che verranno fuori dallo stage saranno poi consegnate alla Asl gratuitamente; «tutte le ipotesi sull’uso della struttura – dichiara Silveri – sono aperte. Stiamo solo lanciando delle idee libere, frutto della collaborazione di cittadini ed esperti, ma non siamo noi ad occuparci di destinazioni d’uso, non è compito nostro. L’intero complesso rimarrà di proprietà dell’azienda finchè non si riterrà giusto venderlo».

La scommessa è dunque quella di trasformare un’area attualmente danneggiata dal terremoto del 2009 in un vero quartiere ecologico ricco di un nuovo polo d’attrazione vitale complementare di residenze, negozi, uffici, spazi verdi, corsi d’acqua, dove i singoli manufatti, caratterizzati da considerazioni bioclimatiche ed ecosostenibili, comporranno un disegno complessivo capace di porsi con qualità in armonia con il genius loci del tessuto urbano.