Omicidio Bazzano, l’arma del delitto venne rubata

28 febbraio 2014 | 09:03
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Omicidio Bazzano, l’arma del delitto venne rubata

Era stata rubata a un poliziotto in pensione, la pistola usata per il duplice omicidio del 17 gennaio 2013 davanti a un supermercato della periferia dell’Aquila del quale è imputato, all’Aquila, l’imprenditore albanese Burhan Kapplani, 50 anni: era stata prelevata da un’abitazione resa inagibile dal terremoto del 6 aprile 2009.

È emerso ieri in Corte d’Assise, dove si è aperto il processo a carico dell’imprenditore, in carcere per avere ucciso la ex moglie, Orietha Boshi, dalla quale aveva avuto quattro figli, e il compagno di lei Sheptim Hana, rispettivamente di 36 e 39 anni.

Un delitto per il quale l’imputato rischia l’ergastolo, dal momento che procura della Repubblica ha contestato allo straniero la premeditazione. In udienza sono stati sentiti i primi testimoni dell’accusa, i carabinieri che hanno condotto le indagini e il medico legale che si recò sul posto del duplice omicidio.

Secondo quest’ultimo, in particolare, l’uomo sarebbe morto già dopo il primo colpo, entrato nella zona toracica e arrivato al cuore.

Ieri, i legali di Kapplani, Leonardo Casciere e Tommaso Colella, hanno sollevato alcune eccezioni e presentato una nuova istanza di rito abbreviato condizionato, tutte però respinte dalla Corte, presieduta da Giuseppe Grieco, il quale soltanto al termine della fase istruttoria deciderà se disporre per Kapplani una perizia psichiatrica.

L’udienza è stata aggiornata al 13 marzo, quando saranno ascoltati tutti gli altri testi dell’accusa, rappresentata dal pm David Mancini.