Orso marsicano: «Falliti i tentativi per salvarlo»

2 marzo 2014 | 10:08
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Orso marsicano: «Falliti i tentativi per salvarlo»

Dura presa di posizione dell’Associazione italiana per la Wilderness (Aiw) in merito alla situazione dell’Orso Bruno Marsicano.

«Quindici milioni di euro non sono stati sufficienti! Li hanno spesi – scrive l’associazione in una nota – per studiare l’Orso marsicano negli ultimi dieci anni Corpo Forestale dello Stato, Ministero dell’Ambiente, Regioni Abruzzo e Lazio, Parco Nazionale d’Abruzzo, Università La Sapienza, Unione Europea, Wwf ed anche una filantropa cittadina americana. Risultati ai fini della sua protezione? Zero! Eppure non si riescono a trovare poche decine di migliaia di euro annui da adibire alla semina di terreni per coltivazioni a perdere a favore dell’Orso».

«Ora – aggiunge il segretario Generale dell’Aiw, Franco Zunino – le ricerche sono state chiuse. L’orso non lo hanno salvato, ma certamente sono stati creati, almeno di fatto, numerosi posti di lavoro per ricercatori e devoluti lauti stipendi per i coordinatori: un vero affare! Allora bisogna inventarsene altre (di ricerche)! Il prossimo 4 marzo ci sarà una nuova riunione d’alto livello a Roma, sempre per cercare di trovare soluzione che possano impedire l’estinzione dell’Orso marsicano, ormai ridotto, secondo stime ottimistiche, a meno di 50 esemplari sparsi in tutto il Centro Italia. Obiettivo? Creare una banca del seme. L’idea certamente finirà per piacere ai politici, che quando sentono odore di soldi sono sempre disposti a finanziare qualsiasi iniziativa, specie se l’impegno è astruso e poco chiaro a chi dovrebbero andare i soldi».

«Noi – prosegue Zunino – siamo più semplici e ragionevoli: serve un severo controllo turistico, con chiusura assoluta a tutti di non pochi territori selvaggi da riservare all’orso, senza deroghe di sorta; servono coltivazioni cospicue di terreni agricoli, oggi praticamente tutti in abbandono, con colture a perdere; occorre incentivare la pastorizia ovina, oggi sempre più abbandonata e/o proibita, possibilmente con iniziative di diretta gestione da parte degli apparati pubblici (con pagamento rapido dei danni e rimborso agli allevatori di tutte le perdite dirette e indirette di lupi ed orsi); è necessario un controllo severo del cinghiale (ma anche del cervo) nella zona del Parco e nelle sue aree circostanti ed il blocco assoluto di ogni progetto di sviluppo urbanistico al di fuori delle zone abitate e abitabili (ovvero zone D del Parco) nell’area di habitat primario dell’orso».