Regionali Abruzzo, D’Alfonso punta sull’agricoltura

4 marzo 2014 | 21:10
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Regionali Abruzzo, D’Alfonso punta sull’agricoltura

«Facciamo dell’agricoltura il nuovo motore dello sviluppo dei territori». L’auspicio è di Luciano D’Alfonso, candidato del Pd alle primarie di domenica per la presidenza della Regione Abruzzo.

Per l’ex sindaco di Pescara «serve una nuova rivoluzione che dia all’agricoltura il valore di industria del territorio. Le maestranze, perchè ciò accada, sono uno dei patrimoni che abbiamo a disposizione. Servono politiche condivise con gli addetti ai lavori, azioni che siano capaci di risollevare anche la terra e renderla interprete dello sviluppo moderno, innovativo ed europeo che l’Abruzzo merita».

«La rivoluzione industriale – osserva D’Alfonso – ha svuotato le campagne abruzzesi e italiane inseguendo modelli di sviluppo legati al boom economico degli anni ’50 e ’70. Il fallimento dell’industrializzazione oggi sta riportando l’economia alla terra, invitando a investire e puntare su agricoltura, sostenibilità, qualità, tipicità e bellezza espresse dai territori abruzzesi e italiani in un momento in cui gli altri settori stanno precipitando. La nostra regione, malgrado la congiuntura, dà segnali positivi sul valore dell’agricoltura e dell’occupazione che ne scaturisce, l’Abruzzo non può perdere più tempo e deve stare al passo con uno sviluppo che parta dal coinvolgimento diretto di chi sulla terra e per la terra lavora, investe e produce».

«Non è possibile – osserva ancora il candidato presidente – nemmeno che si parli di agricoltura senza parlare di turismo, ambiente ed enogastronomia. La ragione per cui l’Abruzzo fatica ancora a farsi conoscere fuori dai suoi confini e da quelli italiani, risiede proprio in questo: si promuove a compartimenti stagni, cercando nicchie che ormai, in Europa e nel mondo, nessuno più cerca. Ci sono fondi, tantissimi, a cui si può ambire per risollevare imprese esistenti che lottano contro la crisi, consentendo innovazione, promozione e riqualificazione. Lo si deve fare in tempi stretti, perchè se i figli degli imprenditori sono tornati all’azienda dei padri, lo hanno fatto dopo aver studiato per prendere il loro posto o sono pronti a farlo preparandosi ad occupare un posto di amministrazione moderna delle piccole e medie realtà agricole di cui l’Abruzzo è pieno e che sono storicamente la nostra cifra di sviluppo su cui nessuno ha realmente puntato».