L’Aquila, sgominata la ‘gang del rame’

6 marzo 2014 | 09:44
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L’Aquila, sgominata la ‘gang del rame’

Sgominato dalla squadra mobile dell’Aquila, diretta da Maurilio Grasso, un presunto gruppo criminale di etnia romena dedito a ingenti furti di rame. Quattro le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip, mentre gli indagati sono in tutto sette.

Nel corso dell’operazione, denominata “Oro Rosso 2”, sono state sequestrate 2 tonnellate e mezzo di rame.

Il gruppo – composto da 5 uomini e 2 donne, ognuno con compiti preordinati e definiti – si sarebbe reso responsabile di svariati furti presso quasi tutti i cimiteri della provincia aquilana, dai quali sono stati asportati discendenti di rame e prodotti funerari, ma anche presso abitazioni, anche inagibili a causa del sisma del 2009, da dove sono state sottratte grondaie, utensili, alambicchi, conche, converse e parti di coperture di tetti.

I fatti sono accaduti dal dicembre 2012 al giugno 2013. Due soggetti si sono rifugiati presumibilmente in Romania e sono attivamente ricercati.

«L’indagine conclusa oggi va a colpire il secondo gruppo di romeni ben organizzato (il primo, per il quale è stato contestato il reato associativo, era stato arrestato a maggio 2013, [i]Ndr[/i]) che ha imperversato da dicembre 2012 ad aprile 2013 e che ha compiuto ingenti e frequenti furti di rame in tutta la provincia», ha detto Grasso nel corso della conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche l’ispettore superiore Patrizio Cardelli (dirigente della Quarta sezione della Mobile) indetta per illustrare i dettagli dell’operazione “Oro Rosso 2”, che ha portato all’emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, per i componenti della banda – tutti residenti nell’hinterland aquilano – specializzata nei furti di rame soprattutto nei cimiteri, ma anche in case inagibili a causa del terremoto del 6 aprile del 2009.

«I soggetti – ha aggiunto Grasso – avevano come unico lavoro, il furto di rame. Si svegliavano in tarda mattinata, nel pomeriggio avvenivano i sopralluoghi, di notte i furti. In alcuni i casi gli stessi indagati sono stati denunciati o arrestati in falgranza di reato, ma l’indagine è andata avanti lo stesso». Come ricostruito dagli investigatori, la banda utilizzava bombolette spray per segnare i “pezzi” che di lì a poco tempo sarebbero stati rubati.