
Il Consiglio dei ministri, che si è riunito oggi, ha deciso di impugnare due leggi regionali dell’Abruzzo: una riguarda la promozione delle attività di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale, mentre l’altra è relativa al centro regionale di audiologia e ai centri idroterapici.
La prima legge impugnata dal Consiglio dei ministri riguarda in particolare, si legge in un comunicato, «una legge della Regione Abruzzo relativa a iniziative a favore del centro regionale di audiologia e le norme per la formazione di massaggiatore e di capo bagnino degli stabilimenti idroterapici», in quanto alcune disposizioni in materia sanitaria, spiega sempre il comunicato, «contrastano con i principi fondamentali in materia di tutela della salute e di professioni, nonché di coordinamento della finanza pubblica, in violazione dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione».
L’altro provvedimento impugnato è sempre una legge della Regione Abruzzo, relativa a «interventi regionali per la promozione delle attività di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale». La decisione di impugnarla è motivata da alcune disposizioni, che prevedendo interventi di cooperazione internazionale, incidono sulla competenza esclusiva statale in materia di politica estera, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lett. a) della Costituzione.
IL COMMENTO DI CHIODI– «C’è un’interpretazione del Governo secondo cui l’Abruzzo non può legiferare in materia di sanità perché la sanità è stata avocata allo Stato. Nel 2007, infatti, è stata commissariata e di conseguenza è statale e non regionale». Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, commenta così l’impugnativa, da parte del Consiglio dei ministri, di due leggi regionali, tra cui una relativa al centro regionale di audiologia e ai centri idroterapici. «Una cosa è certa – aggiunge Chiodi a margine di un convegno sulle Province a Pescara – il problema dei problemi è la nascita del commissariamento e il disastro compiuto in sanità. Dal punto di vista finanziario ora siamo a posto, abbiamo incrementato i punteggi dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e siamo adempienti, ma abbiamo ancora bisogno di migliorare».