Un 8 marzo diverso

8 marzo 2014 | 06:10
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Un 8 marzo diverso

di Nando Giammarini*

La giornata internazionale della donna deve essere un’occasione per ricordare il lungo cammino delle conquiste sociali e politiche a partire dal quel lontano 1908, quando in una fabbrica di New York morirono 129 operaie in lotta per la difesa dei diritti e del loro posto di lavoro.

Un giorno di festa, di ricordo e di lotta contro ogni forma di discriminazione tra sessi e contro l’assurda bestialità dei tanti femminicidi che attualmente insanguinano il Paese.

Mentre scrivo, vola come un [i]flash[/i] il pensiero alle tante donne, madri, studentesse perite nel tragico evento terremoto dell’Aquila e alla loro memoria dono idealmente una mimosa e questo modesto articolo, frutto del mio impegno costante contro ogni forma di discriminazione per una parità reale tra i sessi.

Al contempo, penso alle tante donne che, in ogni angolo della terra, vivono il dramma e l’ingiustizia della povertà non sapendo come sbarcare il lunario e sfamare i propri figli. Una vera tragedia, agli albori del terzo millennio, sperando che venga debellata quanto prima questa piaga dell’umanità. E’ l’emergenza di ogni emergenza e deve assolutamente essere risolta con i sani principi di solidarietà, giustizia e umanità, affinchè nessuna madre debba più assistere alla fine dei suoi figli per denutrizione. Finchè un solo bambino continuerà a morire di fame non c’è pace tra gli ulivi e non ci sarà festa della donna che tenga.

Simili ingiustizie sociali devono essere combattute e debellate dalla coscienza civile e sociale del Paese: è un fatto di cultura e di civiltà.

Gradita l’occasione per ricordare che quando il Governo cileno, sotto la guida socialista di Salvatore Allende era riuscito a garantire mezzo litro di latte al giorno ad ogni bambino di quel paese si scatenò la reazione della borghesia del generale Duarte, dove le donne pagarono un prezzo altissimo in termini di violenze fisiche e psicologiche, che rovesciò il governo popolare destituendo il presidente democraticamente eletto dal suo popolo. Tante madri bisognose si videro private di un sostegno necessario per la crescita dei propri figli. Anche tale episodio bisogna tener presente il giorno della festa della donna, poiché non c’è futuro senza egualianza, giustizia, democrazia e lotta alla povertà.

Viviamo i tempi dell’eterno, stridente, dissidio tra bene e male, egoismo e solidarietà, speranza e disperazione in cui è racchiusa la vicenda umana volta al femminile. Tutti dobbiamo augurarci che prevalgano i migliori auspici per far sì che prevalgano il bene, l’amore, la speranza. Ed è già domani.

{{*ExtraImg_190427_ArtImgRight_300x193_}}Sono passati tanti anni e grande è stato l’impegno delle organizzazioni femminili, penso alla storica Udi (Unione Donne Italiane) che tanta parte ha avuta, fin dal dopo guerra, in difesa dell’emancipazione delle donne con la lotta partigiana e le prime battaglie operaie.

Parlando dell’impegno delle donne per affermare la propria libertà e dignità una grande scrittrice, Simone di Bavoir diceva: “[i]donne non si nasce, lo si diventa[/i]”. Un bellissimo racconto in cui si ritrova l’essenza, l’anima di una delle più affermate e prestigiose scrittrici del ‘900, che rivolgendosi alle donne borghesi le invita a gettare la maschera e ad imparare nuovamente a vivere e amare.

Credo sia necessario riappropriarsi di questa giornata, oltre le tante manifestazioni che si susseguono dal nord al sud del Paese, facendola diventare un momento d’incontro, confronto e riflessione tra tutti coloro che rifiutano logiche aberranti di violenze e sopraffazioni e credono nei veri valori della vita. La pace, la solidarietà, una effettiva parità tra esseri umani.

Auguriamoci, mentre scorrono fiumi d’inchiostro su questa importante ricorrenza e si tengono svariate mostre, convegni e concerti, che diminuiscano i tanti casi di maltrattamento ed emergano quelli nascosti dal velo della paura tra le mura domestiche.

*lettore

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