Esami truccati alla D’Annunzio, Panzone nega

10 marzo 2014 | 15:56
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Esami truccati alla D’Annunzio, Panzone nega

Ha respinto le accuse a suo carico, aggiungendo di non aver mai preso soldi, il professore dell’università D’Annunzio di Chieti-Pescara Luigi Panzone, finito ai domiciliari, mercoledì scorso, in un’inchiesta, coordinata dalla procura della Repubblica di Pescara, su presunte irregolarità in esami universitari alla Facoltà di Scienze Manageriali.

Panzone, difeso dagli avvocati Giovanni Cerella e Federico Squartecchia, è stato interrogato oggi per circa un’ora, dal Gip del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis.

Deve rispondere di corruzione e falso ideologico. Nessuna dichiarazione al termine dell’interrogatorio.

I suoi legali hanno preannunciato un’istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare.

«Il professore – ha detto l’avvocato Cerella -, durante l’interrogatorio, ha contestato in maniera drastica tutte le accuse e ha spiegato di non aver mai recepito somme di danaro in maniera corruttiva».

Sempre oggi sono stati ascoltati l’imprenditore di Foggia, Michele D’Alba ed il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, – accusati l’uno di peculato, falso e corruzione, l’altro solo di corruzione; per entrambi c’è obbligo di dimora.

Come il docente universitario hanno respinto ogni accusa. Riccardi, in particolare, ha detto al gip di aver sostenuto gli esami e di non aver promesso soldi a nessuno.

«Tutto regolare», ha dichiarato al giudice. Al termine dell’interrogatorio, i suoi legali, Giuliano Milia e Vincenzo Muscatiello, hanno chiesto la revoca della misura cautelare. Stessa richiesta è stata avanzata anche dagli avvocati dell’imprenditore D’Alba, Nicola Traisci del Foro di Foggia e Ugo Di Silvestre.

Per D’Alba, in subordine, i legali hanno avanzato la richiesta di trasformare la misura dell’obbligo di dimora a Foggia, nel divieto di dimorare a Pescara. Non si è invece svolto l’interrogatorio del professore di lingua inglese, Nicola De Marco, indagato nella stessa inchiesta. I suoi difensori hanno chiesto un differimento dell’interrogatorio, all’esito della quale il gip dovrà decidere sulla misura interdittiva chiesta dal pm.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, Panzone, in difficoltà economiche, in cambio di soldi, avrebbe agevolato lo svolgimento di esami universitari dei due pugliesi nella facoltà universitaria. I fatti risalirebbero al mese di giugno 2012. Le indagini, coordinate dal pm Valentina D’Agostino, sono state condotte dalla Digos.