
Il Giappone ha ricordato con un minuto di silenzio il terremoto e lo tsunami che tre anni fa causarono più di 18 mila morti e dispersi nel nord-est del Paese e a Fukushima provocarono uno dei peggiori incidenti nucleari della storia.
In diverse località del Paese sono state organizzate cerimonie ed è stato osservato un minuto di silenzio alle 14.46 ora locale (in Italia, le 06.46), il momento esatto in cui, proprio di fronte la cosa della prefettura di Miyagi, un terremoto di 9 gradi sulla scala aperta di Richter innescò la peggiore tragedia nel Paese asiatico dalla II Guerra mondiale.
Intanto, si è saputo che, solo nel 2013, oltre 600 persone coinvolte nella crisi nucleare hanno presentato nuove denunce contro lo Stato e la società che gestisce l’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), per i danni subiti.
Dopo l’incidente nucleare, dalle zone vicine all’impianto di Fukushima Daiichi furono allontanate 200mila persone, e di queste 50mila continuano a non poter rientrare nelle loro case, situate in un raggio tra i 10 e i 20 chilometri attorno all’impianto. Tra i nuovi denuncianti, anche un lavoratore della Tepco che si trovava nella centrale al momento dell’incidente e che non ha mai potuto riprendere a lavorare per le ferite riportate. Per far fronte ai costi di ristrutturazione e alle migliaia di richieste di indennizzo, la Tepco ha approntato un fondo appoggiato dallo Stato pari a 36 miliardi di euro.
[i]Fonte: Agi[/i]