Stangata Tares: ‘non ci resta che piangere’

11 marzo 2014 | 14:42
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Stangata Tares: ‘non ci resta che piangere’

di Antonella Calcagni

Aliquote più basse per le banche, le sedi dei partiti politici e i supermercati, sempre più vessato invece il piccolo commercio e le altre categorie come ristoranti, pizzerie e artigiani che con la nuova Tares vedranno raddoppiarsi le tasse.

Insomma la nuova tabella di aliquote imposta dal Comune dell’Aquila sarebbe una sorta di [i]Robin Hood Tax[/i] al contrario.

Ieri i rappresentati di categoria si sono ritrovati nella sede di Confcommercio per preparare un decalogo di richieste da presentare giovedì in occasione del confronto sulla tassa per i rifiuti fra i commercianti e l’assessore comunale alle Finanze, Lelio De Santis.

All’Aquila la stangata è stata mortale per molti commercianti che minacciano iniziative forti.

«Se non saremo ascoltati – tuona il direttore di Confcommercio, Celso Cioni – non staremo certo a girarci i pollici. Intorno ad una saracinesca gira la vita di quattro o cinque persone. Dal 2009 siamo stati dimenticati abbandonati e vessati».

La titolare di una pescheria è la più arrabbiata di tutti, passa dall’aliquota del 9,1 della vecchia Tarsu al 23 della Tares.

Il paradosso è che per lo scarto di umido prodotto in grandi quantità, deve rivolgersi anche ad un’azienda privata. Stessa scelta hanno fatto anche molti suoi colleghi per altri settori merceologici, poco soddisfatti della raccolta differenziata offerta da Asm.

«A questo punto ci chiediamo per quale ragione dovremmo pagare per due volte lo stesso servizio». In sala c’è anche un pasticcere del centro che deve pagare la Tarsu pur non avendo riaperto poiché non può chiudere sulla carta il locale.

Un ristoratore a S. Elia si trova a pagare 3.000 euro di Tares a fronte dei 1.300 della vecchia Tarsu con poco più di 100 metri quadrati di attività. Eloquente il paragone fatto da Cioni: a Pescara la raccolta differenziata costa 23 milioni di euro a fronte di 85 mila utenze. All’Aquila si ha un costo di circa 14 milioni di euro a fronte di 22 mila utenze attive.

«Ci è stato detto che le tabelle Tares sarebbero state ritoccate entro la fine dell’anno, invece nulla. Eppure in altre città italiane come Reggio Emilia, Terni e Pescara sono in vigore esenzioni sia sulla Tares che sulla Cosap».

La partita insomma è ancora tutta da giocare. Il braccio di ferro continuerà giovedì in occasione dell’incontro in Comune.

Cioni ha concluso il suo intervento con la constatazione amara di come sia finito in fumo il piano di rilocalizzazione dei commercianti in centro storico.