
di Marcello Spimpolo
Dallo scavo di Porta Barete continuano ad affiorare resti del nostro passato. Del passato della nostra città.
Dalle foto si può vedere come, sotto ad una parete in cemento, stia riaffiorando l’antica muratura di quello che potrebbe essere il corpo di guardia di Porta Barete, inoltre sembrano esserci anche degli imbocchi di cunicoli.
{{*ExtraImg_191343_ArtImgRight_300x449_}}La prima torre tornata alla luce è stata puntellata con un’impalcatura e il leone amiternino è stato riparato dalle intemperie e “presidia” gli scavi. Tutto bene quindi? Assolutamente no.
Anche se stamattina il cantiere archeologico era regolarmente aperto, le sue ore sono contate. Stanno per scadere, infatti, i 30 giorni dati agli archeologi per effettuare le loro ricognizioni conoscitive dell’area e, se non si interverrà diversamente, il cantiere potrà tornare in gestione della ditta che deve ricostruire il palazzo del civico 207. A quel punto, interpretando il codice dei Beni Culturali che regolamenta queste situazioni, gli organi territoriali del ministero potrebbero solo dettare delle prescrizioni sulla ricostruzione del fabbricato finalizzate al rispetto di quanto emerso dagli scavi.
E’ chiaro che in tal caso tutta la sbandierata volontà di recupero dell’area di Porta Barete, espressa anche in Consiglio Comunale, rimarrebbe lettera morta, a dispetto delle migliaia di cittadini aquilani che si sono espressi sui [i]social network[/i], anche attraverso una petizione online, affinché ci sia invece un completo recupero non solo di Porta Barete, ma di tutta la cinta muraria della città. Si aspettano segnali dall’amministrazione comunale.
[url”VIAGGIO NEL CANTIERE DI PORTA BARETE, LE FOTO”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=99480&typeb=0&Scavi-di-Porta-Barete-viaggio-nel-cantiere[/url]