
Il Movimento Ripensiamo il Territorio scrive ai sindaci del Centro Abruzzo. I membri avvertono la mancanza di un progetto comune che possa condurre alla realizzazione di uno sviluppo positivo. La coesione strategica del centro Abruzzo necessita di una base solida, dopo il ‘fallimento dei Fondi Fas’.
«Lo abbiamo chiarito già nel Convegno del 1 marzo scorso a Sulmona, ma vale la pena ribadirlo. ad evitare un equivoco di fondo che invece di farci dialogare, ci separi.
Non intendiamo affatto andare a un difficoltoso itinerario di “fusione”, ma vorremmo ribadire, semmai ve ne fosse bisogno, che per ora si tratta “solamente” di dare inizio a un virtuoso cammino che individua una direzione di “crescita e durabilità” (Prof. Sarra) e di dialogo tra i Comuni del Centro Abruzzo, sui problemi esistenti e sulle vocazioni concrete (Prof. Cappuccitti), tendendo a una comune strategia europea ( Prof. Mascarucci) senza cadere nella trappola dell’identità (Prof. Felice) lavorando in un’ottica comprensoriale e guardando al mondo (Sottosegretario Economia Legnini)».
« Quindi occorrono progetti condivisi e unitari su vasta scala per il futuro, quali che siano poi i modi di fare squadra e “unirsi”. E fra poco dovremo misurarci con il Bilancio Europeo 2014/2020 che prevede 110 miliardi di euro per l’Italia, ma su progetti unitari e di vasta scala. Visti i non brillanti risultati dei FAS, ormai emblematici, dovremmo avere tutti interesse a non sfracellarci come purtroppo abbiamo dimostrato con essi».
«Dobbiamo con metodo – continua la lettera – capire cosa non ha funzionato e porci il problema della soluzione. Dobbiamo aprire un dialogo costruttivo da subito guardando al futuro, superando le difficoltà di progettare insieme. Vogliamo sperare che, ribadite queste finalità e i “limiti” della presente fase, le incertezze possano sparire e si possa fare squadra, rete, sistema per non perdere le ultime opportunità. Sarebbe tragico, buttare centinaia di milioni di euro, nello stato di impoverimento attuale sarebbe un “peccato mortale” verso i nostri cittadini e i nostri figli».