Acque abruzzesi: ammalate dall’uomo

15 marzo 2014 | 15:21
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Acque abruzzesi: ammalate dall’uomo

Stato di qualità ecologico dei fiumi abruzzesi non in linea con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea da raggiungere entro il 2015, almeno per il 68,5% delle stazioni di monitoraggio Arta.

Emerge dai dati del triennio 2010/2012 dell’Agenzia regionale per la tutela dell’Ambiente diffusi dal Forum Abruzzese dei movimenti per l’Acqua che aggiunge: «In realtà le stazioni nelle classi migliori sono quelle localizzate in aree montane prive di pressioni antropiche, una condizione naturale che non deriva quindi da corrette azioni di gestione di scarichi, captazioni e depurazioni».

Quanto diffuso dal Forum si basa su «un vasto programma di monitoraggio, utilizzando numerosi indicatori (macrofite; pesci; alghe diatomee; macroinvertebrati), associati ad analisi chimiche e microbiologiche, che l’Arta – spiega lo stesso Forum -, ha realizzato per conto della Regione Abruzzo sulla base di indicazioni nazionali e comunitarie».

«In Abruzzo abbiamo una sorta di ‘vantaggio’ di partenza – afferma il Forum – che stiamo però sciupando senza sosta visto che solo una stazione (il Rio Arno in provincia di Teramo) su 112 è nella classe di qualità “elevato”. Basta scendere a valle e non appena i fiumi incontrano le prime aree urbanizzate la qualità ne risente, a volte in maniera clamorosa».

«Alla foce – conclude il Forum – tutti i corsi d’acqua non rispettano gli obiettivi di qualità, dai fiumi più importanti ai torrenti minori. Ben dieci le stazioni nella classe “cattivo”: Calvano; Vibrata; Cerrano; Arielli; Torrente Cena; Torrente Arno; Feltrino (due stazioni); Imele; Fosso La Raffia».