
Comincerà nei primi giorni di ottobre, nel capoluogo abruzzese devastato dal sisma del 2009 così come i comuni del ‘cratere’, il processo di Appello ai 7 scienziati componenti, all’epoca, della commissione Grandi Rischi, organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio.
In primo grado furono condannati a 6 anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni, con l’accusa di aver dato false rassicurazioni agli aquilani su uno sciame sismico in atto, dopo la riunione svoltasi all’Aquila il 31 marzo 2009, cinque giorni prima del sisma che causò 309 vittime.
Secondo quanto si è appreso da fonti giudiziarie, replicando il ritmo serrato del processo di primo grado, celebrato dal giudice Marco Billi, anche in secondo grado le tappe saranno forzate: si svolgeranno infatti almeno due udienze a settimana, con l‘obiettivo di chiudere entro la fine dello stesso mese di ottobre.
I primi ricorsi in Appello erano stati presentati dagli avvocati difensori oltre dodici mesi fa, nei primi giorni del marzo 2013: i tempi tecnici della Corte hanno portato a fissare l’udienza più di un anno e mezzo dopo.
Ancora incerto, a oggi, il giorno dell’esordio, in attesa che venga calendarizzata la prima udienza e inviate le notifiche ai legali dei sette condannati. Il processo è stato il più importante tra quelli scaturisti dagli oltre 200 filoni aperti dalla procura della Repubblica dell’Aquila dopo il sisma per indagare su cause e possibili responsabili dei crolli.
È stato seguito da tutti i giornali nazionali e anche approfondito su riviste specialistiche estere come Science e Nature, con l’etichetta “processo alla scienza”, da sempre rigettata dai pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio nella loro requisitoria e anche dal giudice Marco Billi nelle sue motivazioni alla sentenza di condanna.
L’obiettivo delle difese, al cui interno ci sono anche “principi del foro”, sarà smantellare il “nesso causale” tra il comportamento della commissione e le azioni degli aquilani.
LE CONDANNE:Condannati in primo grado a sei anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni personali colpose: Franco Barberi, all’epoca presidente vicario della commissione Grandi rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.