Riga inferocito attacca Cialente

17 marzo 2014 | 14:04
Share0
Riga inferocito attacca Cialente

Cialente ha tuonato fuori le righe. «Come al solito Cialente ha tuonato fuori le righe, addossando delle responsabilità politiche su altri per nascondere le sue.» Durissime le parole dell’ex-vice sindaco Roberto Riga.

«E’ bene precisare, anzitutto, che l’API non ha assolutamente aperto una trattativa da manuale Cencelli, ma ha voluto sottolineare il ruolo di una forza politica che ha raggiunto un risultato importante, dopo il PD aquilano, nelle ultime consultazioni elettorali.

Inoltre, ricordiamo al signor Sindaco, che l’API ha un gruppo nell’assise comunale formato da due consiglieri, Mancini e Ludovici, che gli sono stati utili nei momenti delicati.

Quanto alla correttezza, Cialente, anziché puntare il dito verso di noi, farebbe bene a ricordare alla città quante volte ha potuto contare su Rifondazione Comunista che a volte non ha votato proposte della maggioranza e a ben vedere ha avuto, invece, la capacità di conquistare solo posti tra presidenze di commissioni, assessorati e presidenze di aziende con un solo consigliere comunale. Mi sembra ancora che lo stesso partito abbia già dichiarato di non sostenere il candidato alla presidenza della regione, Luciano d’Alfonso».

«Il sindaco – continua Riga come un fiume in piena – non dice neanche che in consiglio ci sono altri monogruppi ben rappresentati all’interno dell’esecutivo.

Quindi il sindaco, con grande abilità politica, ora, intende far ricadere responsabilità in capo ad altri nascondendo le proprie?

Spiegasse alla città perché, contrariamente al risultato espresso dalle urne, ha spostato l’asse della giunta a sinistra.

Perché non si preoccupa delle difficoltà che sta vivendo il suo partito, il PD, per la scelta dei candidati alle regionali e non si accorge dei consiglieri del suo gruppo, Antonello Bernardi ad esempio, che più volte ha votato contro le sue proposte. Anche quest’ultimo è passato all’opposizione?

Vogliamo ricordare ancora a Cialente che il partito di Api ha avuto sempre rispetto dell’istituzione comunale e del programma del sindaco.

A scanso di equivoci infatti, è opportuno sottolineare la piena volontà politica della nostra formazione e del gruppo consiliare di aderire favorevolmente al progetto di sviluppo del Gran Sasso, con la trasparenza che merita, con le risorse finanziarie individuate e sicure e con le scelte frutto di riflessioni collegiali e non di decisioni emerse su un tavolo partecipato da pochi.

Caro Cialente,

Api è, e resta, forza politica di maggioranza per rispettare l’impegno assunto con i cittadini dell’Aquila. Il sindaco resti sereno perché non abbiamo bisogno di strapuntini o posticini, ma chiediamo la dignità di una forza politica di maggioranza per partecipare alle scelte ed ai progetti definiti nel programma di governo assunto con gli elettori aquilani».

LA RISPOSTA DI CIALENTE – «In riferimento alle dichiarazioni dell’amico Roberto Riga e del gruppo consiliare dell’Api, rassicurandoli sul fatto che non intendo nascondere le mie resposabilità politiche – ha risposto Massimo Cialente attraverso una nota – confermo invece la mia massima attenzione, rispetto, stima e considerazione per il loro gruppo».

«Rispetto, considerazione e ruolo – ha aggiunto il Primo cittadino – che gli sono stati riconosciuti anche quando, dagli iniziali tre consiglieri, è divenuto un monogruppo, per il passaggio al Centro democratico del vice presidente del Consiglio comunale Ermanno Giorgi e per quello all’opposizione del consigliere Ludovici. Apprezzamento tanto marcato che, sebbene l’Api fosse, come ripeto, un monogruppo, ha continuato a esprimere la carica di vice sidaco nella figura di Roberto Riga. Grande dignità politica, quindi, interrotta purtroppo l’8 gennaio scorso per una vicenda che, certamente, troverà la migliore delle soluzioni. Di questo sono certo poiché la sfida che abbiamo di fronte, enorme e impegnativa, della ricostruzione di una città che vede un disagio marcato, denunciato dall’80 per cento dei cittadini, non può essere affrontata in un’ottica politica che saprebbe ormai di vecchio anche in condizioni normali e che è assolutamente inconcepibile in una situazione di emergenza».