
«Apprendiamo dalla stampa il rinnovo di accuse generiche, da parte del WWF, all’intero comparto zootecnico delle zone interne quale probabile causa della morte di un’orsa rinvenuta sui monti della Marsica.
Ancora non si conoscono le cause del decesso, ma già si parla di avvelenamento o di patologia infettiva dandone generica e indiscriminata responsabilità agli allevatori, magari per nascondere il totale fallimento di politiche di conservazione della specie di cui il WWF è stato anche beneficiario di ingenti risorse pubbliche (programmi Life, etc)». Così si esprime in un comunicato Confagricoltura Abruzzo a fronte degli ultimi tragici eventi che hanno riguardato la vita del Parco Nazionale.
Confagricoltura Abruzzo sostiene, da sempre, «che la gestione del territorio non deve essere ragionata per comparti ma è necessario attivare ogni possibile sinergia in grado di eliminare i possibili conflitti insorgenti tra le necessità di tutela e conservazione della fauna particolarmente protetta e le attività zootecniche, non le uniche e significative situazioni di disturbo, perché dalla notte dei tempi sono esercitate in quei stessi territori di presenza dell’orso secondo un principio della reciproca convivenza. I sacerdoti dell’ambientalismo nostrano, sostenuti dai burocrati ministeriali, professoroni e opinione pubblica disorientata da un’informazione a senso unico, si garantiscono un posto di lavoro a vita con la caccia sfrenata di fondi europei utilizzati per produrre opuscoli e manuali denigratori di una intera categoria professionale sottacendo i dati demografici ed epidemiologici della fauna selvatica del parco, forse untrice di centinaia di incolpevoli capi bovini».
«Abbiamo chiesto più volte nel passato di partecipare ai tavoli tecnici di attuazione del protocollo PATOM, per rapportare in quella sede istituzionale le istanze e le necessità di un comparto agricolo che vuole essere un attore attivo nella gestione del territorio e non subire le decisioni spesso assunte in contesti lontani anche dai nostri valori, dalla nostra storia e dalla nostra cultura, in cambio il silenzio. Le istituzioni chiamate dal WWF a sospendere concessioni di pascoli o ad apporre nuovi divieti hanno norme e regole, valide e stringenti, ma spesso aggirate o non applicate, e nei fatti solo Confagricoltura si è ritrovata a combattere quelle derive di pascolo incontrollato anche a danno degli allevatori locali».
«Un suggerimento al Presidente del WWF – conclude Confagricoltura – meno allarmismi, meno demagogia, più concretezza nella difesa di una specie patrimonio dell’ intera umanità».
Questa volta Confagricoltura Abruzzo ha intenzione di chiedere l’accesso agli atti per verificare effettivamente la causa di morte dell’Orsa in modo che le accuse, per ora possano essere confermate o meno.