
di Valter Marcone
Il 21 marzo di ogni anno si celebra la giornata mondiale della poesia, istituita dall’Unesco al fine di riconoscere all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo interculturale, della comunicazione e della pace.
La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente.
L’Unesco negli anni ha voluto dedicare la giornata all’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni. Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica.
Un’occasione per farla uscire dagli scaffali, per farla brillare al centro di tutte le altre arti, per farla circolare tra la gente.
Ma che cos’è poesia? Le opinioni variano, sono tante e in fondo ognuno ha la sua idea. Tra gli addetti, tra le altre, mi sono piaciute quelle di Jorge Luis Borges, che nel prologo dell’Obra poética, 1923/76 afferma “[i]Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente cosa gli è stato concesso di scrivere[/i]”; di Frank Wedekind, che in Die junge Welt, 1891 dice “[i]Un uomo sano arrossisce sempre quando ha fatto una poesia[/i]” e di Dylan Thomas, che nel postumo Quite early one morning, 1954 afferma “[i]Una bella poesia è un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che gli si è aggiunta una bella poesia[/i]”.
La poesia, dunque. Se esiste, parliamone.
“Del, d–e-l “
Delle parole il suono
del cuore il battito
del fiore il profumo
della terra il tepore
del sole il calore
dell’acqua il rumore
del sogno l’illusione
della bocca il sospiro
del cibo il sapore
dell’uomo il respiro.
Poesia, sillaba esitante,
questo e poco altro,
un ammicco al tempo
il bagliore dell’accendino
un lapsus madornale della vita.
Sola è la poesia
mai senza di te
anche se anche tu sei
sospeso a una sillaba
somma eterna di sarabanda,
sarabanda dolce, lenta
e babelico destino.
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