Rilancio Gran Sasso, scintille in Consiglio

21 marzo 2014 | 10:03
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Rilancio Gran Sasso, scintille in Consiglio

di Antonella Calcagni

È cominciata in salita la discussione sul business plan del Gran Sasso, quando il consigliere d’opposizione Luigi D’Eramo ha ipotizzato che i 15 milioni di euro (che potrebbero diventare 30 in futuro) destinati al rilancio del Gran Sasso potessero essere assimilati ad aiuti di Stato e quindi generare l’avvio di una procedura di infrazione europea. Di qui la richiesta di ritirare la delibera e chiedere lumi all’Ue. La proposta ha generato molta tensione in aula e un momento di attrito fra il sindaco Massimo Cialente e il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti, che ha deciso di abbandonare l’aula per tornare un’oretta dopo.

La presenza rassicurante dell’assessore regionale Gianfranco Giuliante ha fatto comprendere che l’atto era salvo. La delibera è stata approvata: 17 voti favorevoli e un voto contrario, quello di Enrico Perilli. L’opposizione è uscita dall’aula. La pregiudiziale, infatti, è stata bocciata con 17 voti, poi è toccato al sindaco Massimo Cialente annunciare in Aula che il ministero per lo Sviluppo economico ha benedetto il fitto di ramo d’azienda da parte di Invitalia del Centro turistico del Gran Sasso. «Questa mattina ho incontrato il ministro Federica Guidi per sciogliere il nodo Invitalia che prenderà il fitto di ramo d’azienda per 6 mesi».

Cialente ha stigmatizzato la pregiudiziale di D’Eramo che avrebbe avuto l’unico effetto di mandare in fumo l’appalto delle Fontari. Invitalia avrà dunque 6 mesi per redigere il bando e privatizzare la gestione. «Entro settembre contiamo di concludere la procedura».

«Questa è l’unica terapia per il centro turistico – ha detto il sindaco – Il rilancio si può fare perché abbiamo un piano d’area approvato. I soldi li abbiamo trovati: 15 milioni più 5 ai quali si aggiungeranno 10 milioni di euro non appena partirà il comitato di valutazione del governo. Questa è una vittoria per la città».

Invitalia gestirà per 6 mesi gli impianti e le strutture ricettive, redigendo un bando per la privatizzazione della gestione. «Il nuovo soggetto privato, inoltre, dovrà investire 6 milioni di euro».

Particolare attenzione sarà riservata alle aree di Assergi e Camarda, che «saranno stralciate dal Prg – ha spiegato Cialente – e saranno oggetto di un piano focalizzato sul turismo».

Fra gli emendamenti presentati quello che recepisce i progetti contenuti nel piano “Gran Sasso anno Zero”.

D’Eramo è poi tornato all’attacco, spiegando che i fondi Fas non possono essere usati per la sostituzione delle Fontari e mostrando in aula una lettera che smentirebbe l’interesse di Invitalia alla gestione del Gran Sasso.