
di Gian Luigi Zucchini
Castelli è una graziosa cittadina alle falde del Gran Sasso, luogo di serena accoglienza, ricco di boschi e di belle visioni montane. Qui, fin dal secolo XIII, è presente
un’attività antichissima, basata sulla lavorazione
dell’argilla. Manipolata in varie forme, dipinta e
cotta, la materia diventa arte. Si fabbricano così da
secoli, in questo luogo di vivace impegno creativo
e commerciale, vasi, anfore, servizi da tè e da caffè,
piatti, vassoi e contenitori di varie forme e misure,
decorati con l’abilità di un artigianato che, affinandosi
nel tempo, è diventato una vera e propria arte.
La ceramica di Castelli si distingue proprio per l’originalità dei colori e della pittura, che riprende per
trazione quella Popolare del ‘500 e quella Barocca di fine Seicento e del Settecento, con paesaggi gradevolissimi e colori delicati: dal verde chiaro all’azzurro, dal marrone e giallo dorato.
Di questa storia di lavoro indefesso e di impegno
costante di tutta la comunità attraverso i tempi resta
testimonianza molto ricca nel museo della ceramica,
ora allestito provvisoriamente nei locali del Palazzo
Municipale dell’Artigianato, poiché il vero e proprio fu
danneggiato seriamente dal recente terremoto che ha
sconvolto l’Aquila e le terre abruzzesi vicine. Colpisce,
tra l’altro, la bellezza di certi servizi di chicchere,
che nel museo sono d’epoca e che sono però ancora
riprodotte per la vendita, secondo modalità che non
differiscono dall’antico e che riprendono con abilità
d’eccezione gli scenari di quella ‘pittura di paesaggio’
che caratterizzò il Seicento e il Settecento, francese
all’inizio, con Poussin e Lorrain, e italiano, con
Annibale Carracci, Domenichino e tanti altri.
Proprio per questa continuità artigianale-artistica, Castelli, dopo aver presentato il 7 febbraio 2014 la propria
candidatura al Consiglio d’Europa sull’itinerario
europeo del cioccolato, è stata inserita nel Percorso Culturale “The chocolate way” . La città ha partecipato alla mostra con l’esposizione delle chicchere del ‘700, entro cui si sorbiva piacevolmente il cioccolato, come testimoniano anche numerosi dipinti d’epoca.
Questo riconoscimento, che si aggiunge all’inserimento
dell’abitato nel “Club dei borghi più belli
d’Italia” e nelle Città della Ceramica, fa di questo piccolo centro abruzzese un vero e proprio ambiente che è quasi d’obbligo conoscere, sia dal punto di vista naturalistico che da quello artistico. Infatti, oltre al museo locale, di cui si è detto, si possono ammirare vere e proprie opere d’arte ceramica eseguite anche recentemente dai vari ceramisti del luogo, e dagli studenti della locale
scuola di ceramica.
In particolare, non si dovrebbe trascurare il bellissimo presepio eseguito a suo tempo da Gianfranco Trucchia, docente della scuola e notevole pittore, purtroppo scomparso alcuni anni fa in giovane età. Le figure di questo lavoro artistico sono monumentali, elaborate secondo una visione di notevole modernità ed originali nella forma e nella composizione, di grande impatti visivo.
Patria di grandi maestri della ceramica, viene spesso
ricordato, a Castelli, il professor Vincenzo Di Giosaffatte, già docente e Preside della scuola, ora non
più vivente ma ancora ben presente nella memoria
dei concittadini e degli allievi, ora abili ceramisti
che lavorano la materia in modo originale e moderno,
come del resto lo stesso Di Giosaffatte aveva fatto,
ideando forme nuove e colori di grande fascino,
nello splendore lucente del cotto e nell’originalità
elegante delle linee e delle strutture compositive.
I materiali prodotti a Castelli sono poi venduti in
ogni parte del mondo, ed ovviamente a Castelli
stesso. Tanti i negozi dove è esposta la merce, che il
visitatore può visitare e, volendo, comperare. I prezzi
sono assai competitivi, non altissimi (considerando
la lunga lavorazione del prodotto, che richiede
interventi di più artigiani-artisti), e la scelta tra la
ceramica tradizionale, di cui si è già detto, e quella
di carattere più moderno ed attuale. I negozi e le Botteghe
producono e vendono opere di bellissima fattura:
dalla riproduzione di antichi vasi di farmacia settecentesca, a grandi anfore dipinte con paesaggi e figure, a piatti di diversa dimensione da appendere al muro, a servizi da caffé e a chicchere su piacevole riproduzione settecentesca, proprio quelle per cui la città di Castelli è stata inserita nella “Via del Cioccolato”, costituitasi nel 2013 e che riunisce, oltre l’Italia, il Belgio, la Francia, l’Inghilterra, la Svizzera, l’Austria, il Lussemburgo e presto il Messico.
Dunque, questo luogo non vale forse una visita?
Ed anche – fondendo natura, paesaggio ed arte in
un’unica, intensa suggestione – una sosta un po’
più prolungata?