
Le vicende legate alla società calcistica Pescina Valle del Giovenco, già al centro di indagini della magistratura abruzzese, ricorrono più volte nell’inchiesta sul Sistri della procura di Napoli.
La società sarebbe stata finanziata su indicazione degli ex vertici Finmeccanica e utilizzata per operazioni finanziarie illecite.
Nell’ordinanza cautelare emessa dal gip di Napoli si legge, tra l’altro, che Sabatino Stornelli, uno degli imprenditori sulle cui dichiarazioni si fondano gli sviluppi dell’inchiesta Sistri, «era stato costretto ad entrare da Angeloni (legato all’ex presidente del gruppo Guarguaglini) e da quando ne era uscito erano iniziati i suoi guai in Finmeccanica».
Nel 2009 tra Stornelli e Angeloni «vi fu una furibonda litigata» a causa della campagna acquisti per la squadra. Angeloni «voleva acquistare Birindelli e soprattutto Choutos, voleva ingaggiare il vice allenatore del Siena e comprare Cesar, all’epoca giocatore della Lazio, tutte spese fuori budget. Nonostante l’opposizione di Stornelli, l’interlocutore, forte della sua posizione all’interno di Finmeccanica, l’aveva avuta vinta».
A costringere Stornelli ad entrare nella società sarebbe stato «Lorenzo Borgogni con l’assenso di Guarguaglini. L’imprenditore sarebbe stato a conoscenza degli interessi di Guarguaglini e Borgogni nella società Siena e nel Buonconvento, entrambe legate da uno scambio a livello tecnico e finanziario con il Pescina Valle del Giovenco, tutte riconducibili agli interessi di Borgogni, Angeloni e Luca Mastroianni».
La ricostruzione delle vicende societarie è stata confermata da un altro imprenditore coinvolto nell’inchiesta Sistri, Francesco Paolo Di Martino «il quale ammetteva che il proprio ingresso e diretto impegno economico nella società di calcio veniva chiesto da Sabatino Stornelli».