Pietrucci: «Valori, non slogan»

24 marzo 2014 | 10:24
Share0
Pietrucci: «Valori, non slogan»

«I tempi così contratti di questa fase politica, i pochi giorni che restano prima delle primarie non mi impediscono di andare avanti con l’elaborazione del mio programma e soprattutto con la messa a punto di riflessioni che nascono dal confronto con gli elettori di domenica prossima». A sottolinearlo, attraverso una nota, è Pierpaolo Pietrucci.

«Nonostante i miei 37 anni, per esempio – spiega Pietrucci – non sento di far parte di una categoria protetta, né di una categoria che fatica per entrare in politica e farsi portatore di esigenze particolari. La gioventù è un valore, non una categoria ed è un valore sempre positivo, soprattutto quando è sostenuta da percorsi politici ben definiti e persino solidamente strutturati.

Gioventù ed esperienza sono dal mio punto di vista un connubio straordinariamente potente, perché si accompagnano agevolmente alla capacità di modulare le nuove acquisizioni, di adattarle e di farle aderire a contesti politici che appartengono alla cultura di cui sono espressione, senza le inevitabili rigidità derivanti da concezioni politiche antiche. Il rinnovamento è questo. Non ha nulla di consolidato, se non la certezza di utilizzare paradigmi che si rifanno sempre alla legalità, alla correttezza, alla trasparenza e alla difficile adesione di modelli partecipati e inclusivi.

Il rinnovamento non riposa su granitiche esperienze, ma sollecita ed è sollecitato dalla modernità di contenuti politici non personalizzati o plasmati sull’uomo politico di turno; dal coraggio di mettersi in gioco con la consapevolezza che guardare avanti forgi in modo esponenziale e porti ad inevitabili risultati positivi.

Valori, non categorie anagrafiche, né slogan. Piuttosto conoscenza dei contesti in cui si dovrà e si vorrà lavorare, fiducia nelle squadre di lavoro, coraggio nell’utilizzare nuove formule, disponibilità a mettersi in gioco per creare una rete di competenze che possano crescere insieme, nell’armonia di un nuovo sviluppo politico».

«In questo senso – rileva Pietrucci – penso che rinnovamento voglia dire puntare sui servizi per le persone. Così come pensare finalmente agli elettori come a cittadini con i quali confrontarsi costantemente, lasciando per un momento da parte appelli sostenuti da pur importanti affetti, amicizie ed emozioni per puntare invece con fermezza, laicismo e razionalità verso quello che è diventato una necessità impellente e imprescindibile: far dire alla politica, con parole nuove, che la propria funzione è ancora quella di edificare un bene comune, proteggerlo, portarlo avanti».