
di Antonella Calcagni
L’opposizione continua a sentire puzza di bruciato, sull’insediamento Accord Phoenix. A sorpresa Giorgio De Matteis ha tirato fuori dal cilindro una lettera spedita da Invitalia (che sta effettuando l’istruttoria per l’ammissione al finanziamento per 20 milioni di euro) a Accord Phoenix l’11 marzo scorso, con la quale dà atto dell’esito positivo della fase di negoziazione, ma nel contempo detta prescrizioni per la fase di istruttoria. Si tratta di «verifiche sulle partnership con i gruppi esteri per la fattibilità tecnica dell’operazione e sulla sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa in relazione ai finanziamenti bancari e alla capacità finanziaria degli azionisti».
Invitalia stabilisce che entro 30 giorni la Phoenix rimetta la proposta definitiva, ricordando che le domande per il contratto di Sviluppo avranno scadenza il 30 giugno. Bernardo Mattarella, firmatario della nota, precisa che «la comunicazione non costituisce affidamento alcuno per l’approvazione dell’istanza in istruttoria».
A Giorgio De Matteis è bastato declamare la nota dinanzi ad una nutrita platea di lavoratori inferociti ex polo elettronico per scatenare il caos. La conferenza è finita in caciara all’insegna di un duello verbale fra De Matteis e uno dei lavoratori più agguerriti, Giampaolo Biondi. Da una parte il dichiarato intento dell’opposizione (Luigi D’Eramo Emanuele Imprudente, Guido Liris) di mettere in guardia i lavoratori sui rischi dell’operazione Accord; dall’altra la disperazione dei cassintegrati.
Per il sindaco Massimo Cialente e Giovanni Lolli, invece, tutto l’iter è come da copione: le medesime lettere sono state inviate anche alle altre società che dovranno beneficare dei fondi, Sanofi Aventis e Dompeé. Per Cialente la lettera è un elemento positivo: «giustamente, Invitalia chiede la presentazione del progetto esecutivo per la verifica della congruità». Per il sindaco De Matteis è come Willy Coyote: «insegue stupidi scoop che gli ricadono addosso».