
Lo scandalo del crac della ‘vecchia’ L’Aquila Calcio mise in lutto una città intera. Il suo ex presidente ottiene oggi pene ridotte in appello.
E’ di stamani la notizia che per Michele Passarelli, calabrese di 70 anni, in occasione del processo di secondo grado avuto luogo ieri, 24 marzo, è stata ridotta la pena a 4 anni e mezzo di reclusione, in barba ai sette anni e mezzo decisi invece in primo grado.
Stessa sorte è toccata all’imprenditore aquilano Eliseo Iannini, suo braccio destro ed erede, oggi attivo ai fini della ricostruzione della città, che venne condannato in primo grado a quattro anni di reclusione, ma che ne dovrà scontare effettivamente solo tre.
Vittoria quindi per gli avvocati difensori di Passarelli (Valentini, Giancarli, Meogrossi e Manieri) che hanno dichiarato di non volersi fermare qui. Ricorreranno infatti in Cassazione per ottenere uno sconto di pena maggiore.
La società L’Aquila Calcio, allora, militante in serie C2, fallì nel 2004 con due milioni di debiti. I due imputati vennero accusati di aver prelevato dal patrimonio societario somme ingenti destinate invece ai creditori. Nulla a che vedere con l’attuale gestione della squadra rossoblù, che non presenta alcun intreccio con i fatti di cronaca accaduti anni fa.