
Capelli impastati con acqua e polvere. Lacrime che si mescolano alla terra. Unghie spezzate contro le pietre, alla ricerca di una mano calda da stringere e da tirare fuori dall’orrore. Giornalisti che abbandonano i taccuini e si mettono a scavare. La consapevolezza dell’importanza degli oggetti della vita quotidiana: scarpe per attraversare le macerie, maglioni per combattere i pugni del freddo.
I ricordi non hanno un tempo, ma nell’entropia del post sisma si è appannata la grande prova di forza che gli aquilani hanno dimostrato il 6 aprile 2009 e i giorni successivi. Una forza che si è tradotta anche in solidarietà e unione. Elementi che oggi forse sono meno forti di allora.
Nel ripercorrere la tragedia di una città che si è addormentata in paradiso per svegliarsi all’inferno, riproponiamo alcune immagini dell’immediato post sisma, della trasformazione della città e del capoluogo abruzzese prima del dramma. Immagini piene di dolore, ma anche di forza. Quella forza che oggi, a cinque anni dal sisma, si sta drammaticamente trasformando in rabbia e disperazione.