Porta Barete, una storia da non dimenticare

25 marzo 2014 | 12:31
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Porta Barete, una storia da non dimenticare

«Da più di un anno oramai, la questione di “Porta Barete”, stanti anche le recenti scoperte

archeologiche, attira l’attenzione di molti cittadini e associazioni, suscitando enormi aspettative sul

recupero del principale punto d’ingresso storico della città medioevale che ancora non hanno avuto

seguito. Le tracce di antiche mura cittadine, edificate già in epoca posteriore alla datazione classica,

risalenti all’operato di Lucchesino da Firenze e successivamente di Leone di Cicco, ed

effettivamente documentate a partire dal 1316, oggi sono un patrimonio che la città può e deve

difendere». Così si è espresso in una nota la Federazione gruppi storici di L’Aquila a fronte del’importanza non solo da loro attribuita a Porta Barete. Tracciano nella nota la storia e i personaggi che avrebbero visitato la bellezza archeologica.

«La porta ed il pomerio cittadino, nei secoli, hanno visto nel passare del tempo personaggi

illustri ed accadimenti che hanno caratterizzato momenti chiave per la città.

Re come Carlo II d’Angiò e Carlo Martello d’Ungheria che portarono attraverso la porta con

reverenza le redini del mulo che conduceva Pietro da Morrone all’elezione a papa come Celestino V

o re come Carlo I d’Angiò o Ludovico d’Ungheria che vennero ad implorare l’aiuto militare della

Città.

Conquistatori come Andrea Fortebraccio da Montone che sferrò il suo primo attacco durante

l’assedio della città nel 1423 proprio a Porta Barete che venne respinto dalle milizie cittadine

guidate da Antonuccio Camponeschi.

Governanti illustri come Margherita d’Austria, in cui onore fuori la porta al suo passaggio

nel 1572, furono organizzate giostre e festeggiamenti».

«Ma anche momenti drammatici – continua la Federazione – come il terremoto del 1461 e la rivolta come quella del 1527

contro gli spagnoli che portò alla costruzione del Castello. Per arrivare al 1703 quando parte della

porta venne distrutta dal terremoto.

L’interramento del 1823, necessario ad un nuovo tipo di sviluppo tecnologico, non rimosse

secoli di storia, come dimostrato dai recenti scavi, così come la speculazione edilizia del ‘900 non

può cancellare secoli di vita cittadina».

«Il terremoto del 2009 è stata una tragedia che tuttora condiziona la vita di tutti gli abitanti di

L’Aquila, ma è anche un’opportunità per riqualificare l’intero aspetto storico-culturale cittadino,

partendo dalle mura e da porta barete, fatti salvi tutti i diritti dei cittadini che vogliono le loro case

ricostruite».

Tutto ciò premesso, la Federazione Gruppi Storici- L’Aquila, formata da Associazione

“Gruppo Storico della Perdonanza Celestiniana”, Associazione Arcieri Storici Medioevali

“Virtus Sagittae”, Associazione Musicale “Schola Cantorum S.Sisto” e dall’Associazione di

Rievocazione Storica “Compagnia Rosso d’Aquila”

aderisce al movimento culturale per la riqualificazione di Porta Barete e dell’intero pomerio,

formato da Archeoclub L’Aquila, Italia Nostra sez. Di L’Aquila, Legambiente Abruzzo Beni

Culturali, Associazione Panta Rei, Gruppo di Azione Civica Jemo ‘Nnanzi, associazione di

rievocazione storica “Compagnia Rosso d’Aquila” e da decine di docenti universitari e supportato

da migliaia di cittadini

aderisce alle richieste contenute nel comunicato stampa del movimento del 23 Marzo,

chiede di salvaguardare la città, per restituirla ai propri cittadini non come «prima ma meglio di prima».