
Il Tribunale della Libertà dell’Aquila, ha disposto il dissequestro di un immobile commerciale ubicato nella frazione di Bazzano, sulla statale 17, finito nell’ambito di una inchiesta su un presunto caso di truffa per conseguire indebitamente fondi comunitari destinati al ripristino delle attività produttive nella zona del cratere.
I presunti fondi indebitamente conseguiti ammonterebbero, secondo ai militari delle Fiamme gialle, a quasi 2 milioni e 300 mila euro. Per tale ragione è indagato un 63enne dell’Aquila, imprenditore proprietario, attraverso una sua impresa, dell’immobile sequestrato. Deve rispondere di truffa ai danni dello Stato. Con lui, risponde di concorso nello stesso reato un 60enne di Pescara per aver redatto una perizia ritenuta infedele.
Il provvedimento ablativo, che aveva portato sequestro, era nella forma tecnicamente definita “per equivalente“, cioè fino a concorrenza del presunto danno procurato ed è finalizzato alla confisca.
L’imprenditore, secondo gli investigatori, per accedere ai contributi avrebbe falsamente attestato alla Regione Abruzzo di aver fatto ripartire l’impresa entro il termine previsto dalla normativa e cioè il 31 dicembre 2010. In realtà la documentazione che avrebbe dovuto attestare questo adempimento, necessario per conseguire il saldo dei finanziamenti pubblici accordati, non era riferibile, sempre secondo gli investigatori, all’attività d’impresa per la quale esso era stato richiesto, locazione di immobili commerciali. Tale attività, in effetti, secondo le indagini, non è stata riattivata nei termini previsti, bensì oltre due anni dopo quanto attestato dall’indagato. Questi, secondo gli investigatori, per ingannare l’ente erogatore, avrebbe presentato documenti fiscali riferibili ad un’altra sua attività. Inoltre, per dimostrare di aver ripristinato/incrementato i propri livelli occupazionali, ulteriore requisito richiesto dal bando, avrebbe utilizzato l’espediente di indicare alla Regione l’assunzione di un lavoratore, anche in questo caso, riguardante una diversa attività rispetto a quella per la quale erano stati concessi i fondi comunitari.